In vista gli accordi sulle nomine, si spinge il nome di Cingolani. Francesco Borgonovo ne parla in diretta con Gabriele Guzzi, Componente del Nucleo Tecnico per il Coordinamento della Politica Economica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri
“Normalizzerei queste decisioni e, se la Meloni ha ritenuto Cingolani adeguato, buon per lei. Se poi valutiamo il merito, un po’ di perplessità su alcune scelte rimane ma penso che ci sia anche una questione geopolitica. Considerando che siamo in guerra, l’azienda principale che produce armi non può avere idee diverse a livello geopolitico internazionale”.
Nel frattempo ci sono state polemiche tra i partiti e l’altro giorno è stato licenziato il Def (Documento di economia e finanza): 3 miliardi di taglio del cuneo fiscale.
“La prima cosa utile da fare – spiega Guzzi – è vedere i saldi, quanto abbiamo di ricavi e quante spese abbiamo nel bilancio dello Stato.
I saldi sono gli stessi sostanzialmente che aveva deciso Draghi, confermati poi nelle legge di bilancio del 2022 e che questo Def conferma. La cosa più rilevante è che i saldi sono quelli di Draghi e cioè quelli del ritorno più rapido all’austerità di tutto il mondo avanzato. Torneremo a fare avanzi primari di bilancio, cioè lo Stato prende di tasse più di quanto spende e quindi più di quanto dà ai cittadini e alle imprese al netto degli interessi sul debito già nel 2024.
Questo è il punto fondamentale, economicamente è questo che segna la crescita o decrescita di un paese.
Negli ultimi anni abbiamo fatto una performance buona sostanzialmente perché lo Stato ha fatto più deficit ma ovviamente qui c’è il segreto di Pulcinella. All’interno del quadro europeo esistente che questo governo per ora vuole conservare o mantenere connesso un rapporto interlocutorio di prudenza e realismo (parole di Gentiloni), purtroppo all’interno di queste regole di più non si può fare, è una gabbia in cui un paese come l’Italia non ha tutele da parte della Banca Centrale Europea e quindi è in balia degli attacchi.
Se il Governo non vuole flettere queste gabbie di acciaio deve mandare segnali di prudenza ai mercati”.
Tra nomine e Def sembriamo rimasti in tempi draghiani e la gabbia che percepiamo in realtà è sia attorno ai politici che ai cittadini.
Il dubbio è: usciremo da questa situazione? E se sì, come?