Si chiama Jj4 ed ha 17 anni l’orso che ha ucciso il runner che si aggirava nelle foreste del Trentino. Il mammifero è nato nel 2006 in Trentino da due esemplari provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus. La vicenda ha creato una polemica nazionale, che come al solito ha diviso l’opinione pubblica in due parti, chi sta contro l’orso e grida vendetta e chi incolpa l’uomo. Per parlare della questione Francesco Borgonovo ha intervistato Claudia Taccani, responsabile dell’ufficio legale dell’associazione OIPA (Organizzazione internazionale protezione animali).
“Il Consiglio di Stato aveva annullato l’ordinanza di abbattimento di questa orsa. Deve essere valutato anche come si verifica un evento. C’è da dire che spesso quando si verificano questi eventi di attacco e falso attacco nei confronti dell’uomo, questi sono dovuti alla presenza di cuccioli quindi alla sorpresa e al fatto che l’animale deve difenderli. Questo lo prevede la natura, parlare di recidiva è come se parlassimo di un umano, quando in natura invece le regole sono ben diverse. Per tornare al caso, sembrerebbe appunto che l’orsa fosse dotata di questo radiocollare, che però era scarico. Questo strumento ha una funzione di tipo preventivo, nel senso che ha la funzione di andare a monitorare gli spostamenti dell’animale. Infatti c’è una struttura adibita al monitoraggio degli animali selvatici e nel caso gli esemplari si avvicinassero a zone a rischio, si attivano gli strumenti necessari per scongiurare tutti i problemi che possono presentarsi“.
Le autorità del Trentino sono autorizzate ad abbattere l’orso?
“Sono autorizzate in generale secondo la normativa italiana, in particolar modo abbiamo la normativa regionale della provincia autonoma di Trento nella quale viene previsto che, se ci sono dei casi di comprovata pericolosità bisogna tutelare l’incolumità pubblica. Questo però dovrebbe essere anticipato da un parere da parte di Ispra che l’autorità che si occupa di dare pareri autorevoli riguardo ai selvatici, tra cui ovviamente anche i grandi carnivori. Eventuali ipotesi di adozione o di provvedimenti estremi possono essere prese soltanto quando c’è la prova della presenza di un pericolo per la pubblica incolumità e che non possono essere adottati provvedimenti alternativi“.
In questo caso voi siete favorevole all’abbattimento?
“No l’abbattimento non è assolutamente la soluzione. L’abbattimento è un fallimento umano. Ricordiamo che gli orsi sono stati introdotti come altri animali selvatici dall’uomo. Sono stati introdotti negli anni 90 perché si stavano distinguendo. è stata sbagliata la gestione nella reintroduzione e nel monitoraggio, degli orsi in trentino. L’abbattimento non è la soluzione. Si stanno cercando soluzioni alternative. Abbiamo sentito che anche a livello istituzionale si è parlato di spostamento. Va presa consapevolezza e coscienza da parte dell’istituzione di competenza. È stata la gestione nel corso degli anni che probabilmente da quello che è risultato e stiamo leggendo da vari esperti, o è scappata di mano o non è stata gestita in maniera corretta proprio a livello preventivo“.