La visita di Macron e della von der Leyen in Cina consacrano la fine dell’Unione Europea.
Non so se avete avuto modo di documentarvi da fonti indipendenti su quella che è stata una visita veramente surreale da parte dei vertici dell’Unione Europea e del presidente francese a Xi Jinping in Cina.
La prima cosa assurda da rilevare il fatto che Macron sia andato in Cina a parlare in nome della Francia: esclusivamente in nome della Francia. E per chiudere accordi che riguardano solamente il suo paese.
Ma si è recato lì insieme alla presidentessa von der Leyen, della Commissione europea, che invece si è recata ufficialmente a nome dell’UE, ma in realtà parlava sotto dettatura da parte della NATO e degli Stati Uniti, dicendo quindi delle cose spesso diametralmente opposte a quelle di Macron, come se la Francia non fosse un paese dell’Unione Europea, come se non ne fosse uno dei Paesi leader, ma un paese assolutamente estraneo.
Questa è l’impressione che hanno dato.
Oltretutto, la von der Leyen ha avuto un ruolo subordinato rispetto a quello di Macron. Visibilmente subordinato.
Anzi, la rappresentazione plastica di questa subordinazione la vedete nella fotografia che i tre hanno scattato dove ci sono Macron e Xi Jinping, uno a fianco all’altro. Mentre defilata c’è la von der Leyen.
Un po’ come quelle foto che appaiono con la didascalia “Trova l’intruso”.
Questo ovviamente è veramente umiliante per l’Unione Europea e per i paesi che ne fanno parte.
Macron, per esempio, su Taiwan ha detto: “La domanda a cui gli europei devono rispondere è la seguente: è nel nostro interesse accelerare una crisi su Taiwan?“. La risposta che ha dato il presidente francese è: “Assolutamente no.
La cosa peggiore – ha detto – sarebbe pensare che noi europei dobbiamo inseguire questo tema e prendere spunto dall’agenda degli Stati Uniti. L’Europa invece – ha continuato il presidente francese – deve ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti ed evitare di essere trascinata in uno scontro tra Cina e Stati Uniti su Taiwan“.
Tanto di cappello a queste parole di Macron: mi trovano perfettamente d’accordo.
Anch’io sono dell’idea che non bisogna diventare cobelligeranti o farsi trascinare in guerre che non sono le nostre.
Ma, caro Macron, quello che è è valido per Taiwan nello scontro tra Cina e Stati Uniti, è valido anche per l’Ucraina, nello scontro tra gli Stati Uniti e la Russia per lo stesso principio che proprio il presidente Macron ha riassunto con tanta chiarezza: è assurdo inseguire l’agenda degli Stati Uniti, subirne le conseguenze ed essere trascinati in scontri tra superpotenze che non riguardano l’Unione Europea.
La cosa assurda, lo ripeto, è che la von der Leyen invece, sul medesimo argomento ha detto qualcosa di diametralmente opposto.
La von der Leyen, infatti, ha detto: “La stabilità nello stretto di Taiwan è di fondamentale importanza e la minaccia dell’uso della forza per cambiare lo status quo è assolutamente inaccettabile“.
Quindi questo è quello che a nome dell’Unione Europea, la von der Leyen ha detto a Xi Jinping, che infatti ha risposto dicendo che “chiunque pensasse di poter influenzare Pechino su Taiwan non è altro che un illuso“. Fine della storia.
Così come in precedenza, la von der Leyen aveva detto al presidente cinese che “l’invio di armi in Russia da parte della Cina sarebbe stato intollerabile per i rapporti tra la Cina e l’Unione Europea“.
Una frase che ovviamente non era della von der Leyen ma una frase che ha ripetuto come un pappagallo.
Perché è la frase che il giorno prima aveva pronunciato il segretario generale della NATO, Stoltenberg.
In pratica Macron si è recato in Cina a parlare per conto della Francia, addirittura arrivando a suggerire che l’Europa dovrebbe ridurre la sua dipendenza dalla extraterritorialità del dollaro USA: un obiettivo chiave, lo sappiamo, sia per Mosca che di Pechino.
E mentre Macron parlava a nome della Francia, la von der Leyen parlava a nome degli Stati Uniti e della Nato.
In pratica nessuno parlava a nome della Unione Europea.
La Matrix europea – La verità dietro i giochi di potere.