La conferenza di presentazione dei libri di Angela Camuso “La vita che ci state rubando” e “Ma io stanotte non dormo” ha visto la presenza tra gli altri di due dei direttori che hanno accompagnato l’autrice nella sua carriera giornalistica: Antonio Padellaro e Mario Giordano. Temi caldi del confronto sono stati ovviamente quelli presenti nei due libri, dalla gestione del primo lockdown agli effetti avversi da vaccino. La stessa Camuso ha introdotto alcuni temi centrali del suo lavoro degli ultimi tre anni: “Nel secondo libro, ‘Ma io stanotte non dormo’ ci sono riportate delle chat tra i medici vaccinatori, che erano stati reclutati dal concorso di Arcuri, un altro bel bel personaggio, che si scambiavano informazioni a giugno del 2021. E già sapeva si sapeva che il vaccino proteggeva dal contagio parzialmente, per 2-3 mesi. Già si sapeva che ci si poteva ammalare, già si sapeva tutto. E il green pass lo hanno fatto molto, ma molto dopo. Quindi si sapeva tutto, anche la pericolosità degli effetti avversi perché c’erano già molti medici e molti scienziati, tra cui ne dico soltanto, Robert Malone, lo scienziato americano che ha progettato la tecnologia a mRNA che lo disse in un convegno al Senato. Fu definito da Burioni un convegno pericoloso di guru. Nessuno ne parlò se non per dire che in Senato era successo appunto qualcosa di pericoloso“.
Sulla stesura del primo libro scritto nel 2020 Camuso dice: “Quello che mi faceva veramente impazzire era era il fatto che non ci fosse nessuno che in qualche modo dicesse qualcosa di diverso rispetto ad una realtà che sinceramente, bastava studiarla, e bastava guardare quello che stava accadendo. Bastava a mettere in fila delle cose e ci si accorgeva che non era esattamente quello che ci veniva rappresentato proprio da chi, secondo gli insegnamenti che ho ricevuto doveva fare questo, perché i giornalisti sono i controllori dei poteri. E in quel periodo noi non abbiamo avuto nessuno che controllasse questi poteri“.
Una situazione che secondo Camuso era tanto evidente quanto nascosta: “Mentre scrivevo il primo libro, scopro che il covid era curabile, che esisteva una cura precoce a casa, e che la gente in quel momento stava morendo perché non veniva curata. E quindi l’ho raccontato a Mario Giordano che in quel momento, come tutti, era informato in modo diverso. A quel punto abbiamo iniziato con “Fuori dal Coro” a raccontare qualcosa di sempre più diverso rispetto a quello che purtroppo hanno continuato, e devo dire continuano a fare, tantissimi giornali e televisioni“.