Il ruolo del giornalismo è fondamentale per avere un Paese correttamente informato su ciò che avviene nel mondo. Esistono però delle storture, delle narrazioni che vengono create, che Fabio Duranti ha voluto sottolineare nel corso di “Un Giorno Speciale” facendo riferimento a come è stata trattata la vicenda Covid da Radio Radio e da alcuni degli altri media: “Noi quando è uscita questa pandemia, abbiamo semplicemente cercato di capire cosa stesse accadendo. Ma cosa stava accadendo non è che noi ce lo dovevamo far dettare dalla casa farmaceutica o dal ministro di turno, che ovviamente tutto sa tranne che il nostro mestiere è quello di informarci. Noi abbiamo all’epoca semplicemente alzato il telefono, con chi? Con tutti i medici. Perché noi abbiamo chiamato i famosi primari, i famosi Bassotti, Burotti, questi qua… Io storpio cognomi perché mi fa senso anche soltanto nominarli, no? Li abbiamo chiamati. Ci sono ancora i video sul sito radioradio.it e su Youtube, finché esistono. Ci sono il video di questi signori, li abbiamo chiamati, li abbiamo fatti parlare. Poi però abbiamo chiamato anche il professor Tarro, abbiamo chiamato il professor Montagnier che ci hanno spiegato altro. Andrea Stramezzi, Vanni Frajese, li abbiamo chiamati, come tutti quelli che avevano un titolo per parlare e gli abbiamo chiesto cosa accadesse. Gli uni ci hanno dato una versione e altri ci hanno dato un’altra versione. Poi siamo andati su Pubmed a vedere quelli che erano i conflitti di interessi degli uni e degli altri. E se ci permettete, abbiamo creduto di più a quelli che avevano la pagina vuota di conflitto d’interesse. Abbiamo fatto il mestiere del giornalista“.
Giorgio Bianchi sullo stesso tema cita un esempio relativo non alla medicina, ma riguardante la guerra in Ucraina “L’altro ieri mi contattano dalla redazione di Santoro. Mi avrebbero chiamato per commentare un’affermazione di Prigozhin che è il capo della Wagner, personaggio ambiguo che in Occidente è visto come una sorta di Rasputin.Io dico quale dichiarazione? Perché lui è molto prolifico, no? E mi mandano l’Ansa. Allora io leggo quello che c’è scritto e non mi torna. L‘Ansa riporta quello che scrive il ‘Kiev Indipendent’, giornale ucraino con un virgolettato attribuito a Prigozhin e poi con sotto un commento di un think tank USA. Allora io ovviamente se devo commentare una cosa vado dalla fonte originaria. Quindi risalgo alla fonte dell’articolo. È un articolo lunghissimo, interessantissimo che dice l’esatto opposto di quello che gli era attribuito dall’Ansa”.
Bianchi allarga il discorso facendo riferimento a una pratica del nuovo giornalismo secondo lui molto diffusa: “Oggi esiste questo gioco del telefono: io dico una cosa a te, tu la dici in altro, quando finisce il giro quello che arriva è una cosa completamente stravolta. Il giorno prima, il giorno di Pasqua, gli ucraini hanno bombardato il centro città di Donetsk e hanno colpito la cattedrale dove c’era la funzione. Hanno colpito un asilo e hanno ucciso una donna incinta. Pensate se fosse successo da parte russa in Ucraina… Come riporta la notizia la ‘Repubblica’: ‘bombe sulla cattedrale di Donestk’. Sull’articolo c’è la foto di Putin e sotto ‘continuano i bombardamenti sull’Ucraina’. Il lettore medio cosa capisce? Siamo a livello zero di giornalismo, e non ti puoi fidare dei fact checkers“.