Oggi vi voglio parlare di un’automobile che, incidentalmente, è una delle molte ragioni per cui è stata fatta la cosiddetta Unione Europea per un accordo Kohl-Mitterrand a inizio anni ’80, quando si iniziarono a decidere queste cose. Questo perché in quegli anni l’Italia aveva una forte compagnia automobilistica. La contesa dell’automobile mondiale oggi invece è fra Cina e Stati Uniti.
La Cina sta spingendo verso un’integrazione verticale per controllare tutta la catena del valore e dominare l’intero settore a livello mondiale, arrivando a integrare il trasporto via mare nella supply chain cinese predisponendo delle flotte adibite al trasporto via mare delle automobili.
Negli Stati Uniti invece si tagliano i listini delle auto dove la Tesla, con a capo Elon Musk, sta attuando una strategia di crescita sul mercato a parziale discapito dei profitti, sia per cause della nuova legislazione Inflaction Reduction Act, voluta da Biden, sia per la concorrenza voluta dagli USA con Ford, Volkswagen e Jeep che, grazie proprio all’IRA e a investimenti miliardari che costringono Elon Musk a produrre di più e tagliare i prezzi.
Insomma, conflitti interni americani e americano-cinesi. E l’Europa? Fa da spettatore pagante in questo match, impegnata ad autoinfliggersi dei cilici, delle fustigazioni in un atteggiamento masochistico sulle politiche ambientali, inflazionistiche recidendo un’indigesta transizione ecologica incomprensibile, con pacchetti di norme assurde sotto un profilo scientifico, invasive e costosissime.
La Commissione Europea sembra non avere le idee affatto chiare sulle dimensioni dello sforzo industriale da compiere per restare al passo in materia di automobili con Cina e Stati Uniti. A quanto pare ,i funzionari di Bruxelles strapagati non solo non hanno idea di come funzioni un’impresa o una famiglia, ma neppure hanno idea di cosa voglia dire una pianificazione industriale di lungo periodo.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi