Vi sono notizie che destano un moto di indignazione e anche di vera e propria rabbia.
Fermiamoci all’indignazione, che è quella che, a differenza della rabbia, è motivo di riflessione critica.
In questo caso la notizia che desta in noi una riflessione decisamente critica riguarda l’Ucraina e la conferenza che si è svolta a Roma per la ricostruzione del paese. Il guitto Zelensky, attore nato con la N maiuscola, prodotto in vitro, se non da Washington direttamente da Hollywood, ha ringraziato l’Italia. Così leggiamo su Rainews.it: “Ucraina a Roma, la Conferenza bilaterale per la ricostruzione.
Zelensky ringrazia l’Italia per un confronto a tutto campo su infrastrutture, energia, digitale. Piano da 400 miliardi, 1.000 imprese coinvolte. Mattarella ha detto serve la pace, ma che rispetti la sovranità. Meloni, il suo futuro sarà di pace ed europeo“.
E sempre Meloni ha detto, così leggiamo su Ansa: “Ricostruiamo l’Ucraina e presto entrerà nell’Unione Europea“.
Ora si tratta di una notizia che desta un evidente moto di indignazione in quanto ancora non abbiano rinunciato all’idea della dignità nazionale e soprattutto dell’uso del logos.
Pensiamo soprattutto a quello che sta accadendo in Italia.
Pensiamo a coloro i quali ad Amatrice, colpita dal terremoto, ancora aspettano la ricostruzione.
Ma pensiamo, analogamente alle vicende dei tantissimi splendidi borghi delle Marche che ancora oggi attendono una ricostruzione.
Ebbene, il governo italiano, capitanato da Giorgia Meloni, che pure a parole si proclama per la sovranità e per la patria, ha come priorità l’Ucraina, non certo l’Italia. Tant’è che ora parlano testualmente di ricostruzione dell’Ucraina senza più spendere nemmeno una parola, oltre che un soldo, si intende, per la ricostruzione dell’Italia e dei suoi borghi devastati.
Pare che il governo della destra bluette neoliberale, genuflessa rispetto a Washington e al suo imperialismo, abbia come priorità, l’Ucraina del guitto Zelensky. Ancora una volta la sovranità e la patria sono parole utilizzate in maniera del tutto ingannevole, da un governo quello di Giorgia Meloni, che sembra essere sempre più allineato ai diktat dell’Unione europea. E poi, naturalmente, di Washington e dei mercati. Utilizzano in maniera roboante e decontestualizzata la parola “patria”, tanto più in realtà disattendono le ragioni di quella e sembrano agire come semplici subalterni di Washington e del suo imperialismo. In questo caso viene dato letteralmente uno schiaffo a tutti gli italiani che ancora aspettano la ricostruzione dopo il terremoto.
Sì, perché a quanto pare viene prima l’Ucraina, non prima gli italiani.
Del resto, anche in questo il governo di Giorgia Meloni si pone come su tutto il resto, oserei dire in continuità con il precedente governo della sinistra fucsia neoliberale capitanata nel governo precedente da Mario Draghi.
Ricorderete quando dicevano che la priorità era la ricostruzione del teatro di Mariupol.
Ebbene, adesso il governo della destra bluette neo liberale di Giorgia Meloni continua su quella stessa lunghezza d’onda e ancora una volta rivela di essere la continuazione peggiorativa del precedente governo.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro