“E‘ ridicolo dubitare di qualcosa che è stato fatto a miliardi di persone“.
E’ una delle tesi spesso in gioco quando si parla di vaccini Covid, ma una domanda che potrebbe essere proposta a riguardo è: quanti di questi sono stati informati a dovere?
Dal punto di vista mediatico, ognuno di noi può farsi un’idea, ma giuridicamente non mancano pareri fortemente critici riguardo le informazioni dubbie che hanno portato alle autorizzazioni condizionate, e quindi alla commercializzazione di massa dei vaccini. Autorizzazioni che, da ora, non saranno nemmeno più condizionate per l’immediato futuro, come riporta in Europarlamento l’avv. Renate Holzeisen: dureranno ora cinque anni con possibilità di essere rinnovate. Questo a vantaggio di terapie che, da regolamenti europei, dovevano essere autorizzate e vigilate in modo molto diverso da come abbiamo visto.
Ecco l’arringa dell’avvocato all’International Covid Summit.
“La prima azione della Commissione nel 2009”
“Abbiamo urgente necessità di revoca delle autorizzazioni per l’immissione sul mercato dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19 a causa dell’evidente mancanza di efficacia “vaccinale”, dell’enorme rischio connesso per la salute e la vita e adesso pure di un’autorizzazione non più condizionata (standard) valida per cinque anni e rinnovabile.
Siamo davanti a una palese violazione dei più fondamentali principi del diritto comunitario sul farmaco così come della Dichiarazione Universale sul genoma umano e i diritti umani delle Nazioni Unite, a causa dell’elusione degli alti standard di sperimentazione previsti per i prodotti a terapia genica.
Ciò perché nel 2009 la Commissione Europea, con la seguente frase semplicemente escludeva dall’applicazione della normativa prevista dal Legislatore Europeo per i prodotti a terapia genica i medicinali definiti anche solo formalmente “vaccini” contro le malattie infettive:
“I medicinali di terapia genica non comprendono i vaccini contro le malattie infettive.”
Per tale motivo i “vaccini” a mRNA sono trattati dall’EMA e dalla Commissione Europea come se fossero vaccini tradizionali, seppur i “vaccini” a mRNA nulla, ma proprio nulla hanno in comune con i vaccini tradizionali.
Questa esclusione era stata introdotta solo per preservare i produttori da studi pre-clinici, che impiegano tanto tempo e sono costosi”.
“Trascrittasi inversa? Si sa dal 1970”
“E così ci troviamo in mezzo a delle drammatiche e incalcolabili conseguenze per la salute pubblica, perché, come abbiamo sentito, non ci sono studi sulla genotossicità, non ci sono studi sulla cancerogenicità e non ci sono studi sulla mutagenicità, e cioè sulla modifica del genoma umano, nonostante la trascrittasi inversa da RNA a DNA sia nota da decenni, precisamente dal 1970. Dunque niente di nuovo, niente che semplicemente possa essere escluso.
E come sappiamo certi nano-lipidi usati in queste sostanze non erano mai stati autorizzati per l’uso sull’essere umano.
Il Legislatore Europeo prevede che per ogni medicinale, anche se non è formalmente definito un prodotto di terapia genica, ma se di fatto ha la stessa funzione e meccanismo, deve essere coinvolto nella procedura di autorizzazione per l’immissione sul mercato l’apposito Comitato (l’EMA) per le terapie avanzate. Per i “vaccini” a mRNA tale Comitato non è però stato coinvolto.
C’è una lunga serie di altre violazioni del Diritto Comunitario. Per esempio, nonostante fondamentali studi su queste sostanze non siano stati fatti, l’autorizzazione concessa originariamente solo in via condizionata è stata convertita in un’autorizzazione non più condizionata, valida per cinque anni e rinnovabile. E ciò nonostante i produttori non avessero adempiuto le condizioni specifiche che li erano state imposte nella autorizzazione condizionata (delle sostanze). Infatti, i produttori non hanno completato né iniziato gli studi clinici necessari per la conferma di un rapporto positivo tra beneficio e rischio; semplicemente cancellavano i gruppi di controllo, dando ai partecipanti la possibilità di “vaccinarsi”. Per tale motivo, l’efficacia e la sicurezza non sono mai state clinicamente testate e confermate”.
Quale consenso?
“Constatiamo che la popolazione dell’Unione Europea è stata consegnata come cavia ad una sperimentazione di massa di sostanze sperimentali di ingegneria genetica e questo costituisce una violazione brutale del Regolamento dell’Unione Europea sulla sperimentazione clinica di medicinali per uso umano, perché evidentemente un trattamento sanitario può essere effettuato solo dietro consenso libero e informato della persona interessata.
Invece, la popolazione dell’Unione Europea è stata e continua ad essere tenuta all’oscuro sull’effettiva natura delle sostanze iniettate, sul disastroso rapporto beneficio/rischio, sulla mancanza di studi fondamentali e sulla mancanza di farmacovigilanza adeguata. E, per questo motivo, tutti i cosiddetti “consensi informati” firmati dal 27 dicembre 2020 sono nulli!
Potrei esporvi una marea di altre gravissime violazioni del diritto europeo sui farmaci.
Abbiamo presentato in Corte Europea azioni di annullamento verso le autorizzazioni per l’immissione sul mercato di Comirnaty di Pfizer/BioNTech e di Spikevax di Moderna. La rispettiva documentazione la potete trovare sul sito web di Children’s Health Defense Europe.
Da economista, suggerisco di usare gli argomenti indicati nelle azioni di annullamento per presentare denunce penali sia presso la Procura Europea, sia presso le Procure delle Corti dei Conti in tutta l’UE, dato che è inaccettabile che noi cittadini dell’Unione Europea siamo pure costretti a pagare tasse e imposte per finanziare sostanze che danneggiano la nostra salute e che ci uccidono”.