Cristoforo Colombo, Agatha Christie, Tolkien: sono tutti razzisti, omofobi, sessisti e chi più ne ha più ne metta.
Ebbene tanti uomini e donne protagonisti della storia o della letteratura, della cultura in generale, finiscono continuamente nel mirino dei fanatici del “woke“. Cos’è? Viene dagli Stati Uniti e rappresenta un’ideologia costruita sulle basi della denuncia nei confronti della discriminazione. Ma che questa sia vera o meno, poco interessa ai pilastri di questo fenomeno.
Non passa molto tempo da un episodio ad un altro: recente il caso di una professoressa che si è espressa con dissenso in un post su Facebook riguardante l’identità di genere. In men che non si dica è divampata l’indignazione generale, e la professoressa è stata subito richiamata dai superiori. In casi del genere spesso finisce che il post della situazione viene cancellato e l’autore viene sgridato e mandato all’angolino.
Degno di nota è stato il tentativo di boicottaggio del successo videoludico Hogwarts Legacy.
Infatti i promotori dell’ideologia woke hanno da sempre bersagliato l’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, che qualche anno fa commise l’errore di affermare che sono le donne ad avere le mestruazioni.
L’azione non ha avuto successo e il gioco del maghetto inglese ha infranto ogni record.
Il fatto è che questo tipo di azioni si riversano anche sulla storia e sui suoi protagonisti.
Alcune delle varie statue di Cristoforo Colombo vengono abbattute e vandalizzate. Perché? “Era uno schiavista violento”.
Dal politicamente corretto si cade poi in altri strumenti come la damnatio memoriae, o cancel culture, in cui una persona viene letteralmente dimenticata e gettata nell’oblio della dannazione perché ha espresso una sua opinione.
Analizziamo il fenomeno in diretta a “Un Giorno Speciale”
“Una normale degenerazione della cultura – la definisce lo psichiatra Alessandro Meluzzi – del simbolo, della cultura del linguaggio legata ad un imbarbarimento che è la conclusione di un certo movimento pendolare nella storia.
Ogni tanto nella storia ci sono movimenti pendolari. Per questi movimenti ci sarebbe l’eccesso di una certa ‘invasività ‘del maschile nei confronti del femminile. Questa cosa provoca un movimento pendolare nella direzione opposta, che produce una iperreattività e quindi dei sistemi di garanzie di tipo poliziesco nei confronti della tutela di alcuni diritti personali come l’intangibilità del proprio corpo.
L’ipotesi è che, essendo un movimento pendolare, esattamente come un pendolo ritornerà al punto opposto, prima o poi.
Un’altra possibilità è che dietro tutto questo ci sia una strategia organizzata che, come tale, deve avere delle finalità: l’aumento della dimensione del controllo sul funzionamento della società in tutti gli ambiti: sessuale, riproduttivo, erotico, simbolico, linguistico, educativo“.
“Da informazioni che ho – svela Alberto Contri, docente di Comunicazione Sociale – risulta che uno dei più grandi fondi d’investimento, come uno dei più grandi azionisti di una grande multinazionale, ha scritto a tutti che se non avessero appoggiato la battaglia LGBT gli avrebbe fatto togliere gli investimenti“.