Senza che molti se ne siano accorti, siamo giunti all’undicesimo pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia. Avete capito correttamente: undicesimo pacchetto di sanzioni messe in atto dall’Unione Europea contro la Russia di Putin. Se le sanzioni realmente funzionassero, allora la Russia dovrebbe ora essere in ginocchio, esangue, stremata e senza più forze, come peraltro ci garantivano da subito sarebbe dovuto accadere nel volgere di poco tempo. Ricordate a questo riguardo le affermazioni di Enrico Letta, il quale ci garantiva che la Russia sarebbe collassata grazie alle sanzioni in tempi rapidissimi. Per parte sua, l’Unione Europea, se le sanzioni fossero efficaci, se la Russia fosse realmente in ginocchio, dovrebbe ora essere pronta a festeggiare baldanzosa e ringalluzzita la vittoria sul temuto nemico, saltando gloriosa sul suo corpo ormai esangue.
E invece le cose, come potete ben vedere, stanno in maniera diametralmente opposta. L’Unione Europea è letteralmente stremata in fase di regresso, dacché i cittadini versano in condizioni sempre peggiori, l’economia va regredendo sotto ogni profilo e i sacrifici, come vengono chiamati, della guerra e delle sanzioni, ricadono tutte sui cittadini, non certo su chi ai piani alti si ostina senza tenere in alcuna considerazione la volontà dei cittadini stessi a seguire le folli ragioni della guerra e delle sanzioni. La Russia di Putin, per parte sua, all’undicesimo pacchetto di sanzioni subite, sembra fresca come una rosa, come usa dire, se addirittura il “Corriere della Sera” qualche giorno addietro si meritava di spiegare che quest’anno la Russia è destinata a crescere anche più della Germania e dell’Inghilterra, che non sono propriamente i fanalini di coda del territorio europeo. Le sanzioni che l’Unione si ostina stoltamente a fare contro la Russia, sono a tutti gli effetti un boomerang, un boomerang che torna a tutta velocità sulla testa di chi l’ha scagliato, senza mai colpire quello che idealmente dovrebbe essere la vittima del boomerang.
Si tratta, è bene ribadirlo, del primo caso della storia umana di sanzioni che danneggiano il sanzionante e non il sanzionato. E non di meno l’Unione Europea persiste in questa politica folle e scellerata che va contro il suo interesse. Perché lo fa? Perché a comandarlo è Washington naturalmente. Washington, rispetto al quale l’Unione Europea è una colonia senz’anima, una colonia che deve obbedire sull’attenti come il soldato al cospetto del generale. E anzi, come più volte ho sottolineato, non è da stupirsi che queste sanzioni servano anche e non secondariamente, a punire l’Unione Europea, perché alcuni suoi Stati, come la Germania o come l’Italia, avevano in passato osato aprire fronti di trattative di dialogo e con la Russia e con la Cina. E adesso Washington si vendica rendendo l’Europa più povera e ancor più dipendente da Washington, separandola dal resto del mondo e rendendola ancor più di quanto già non fosse una colonia senz’anima. E mi permetterei anche di aggiungere senza dignità.
Radioattività con Diego Fusaro.