I veri artefici della “rivolta” ucraina che ha cambiato la storia: fu pubblicato tutto in Europarlamento

Ci sono due versioni diverse di quello che è successo nel 2014.
C’è chi dice che è stata una rivolta democratica degli ucraini, che erano delusi dal fatto che Yanukovich, secondo loro, per servire Putin non aveva firmato l’accordo. E chi invece dice che quello è stato un vero e proprio colpo di stato organizzato.
In un’interrogazione al Parlamento europeo un europarlamentare diceva: “100 persone sono state uccise in piazza Maidan.
La strage sarebbe stata compiuta da cecchini agli ordini della nuova coalizione filo occidentale
“.
Raccontava che un giornalista, Gian Micalessin, aveva intervistato i cecchini di piazza Maidan molti anni dopo.
E questi cecchini hanno confessato: “Noi eravamo uomini al servizio di Saak’ashvili“, cioè quel famoso presidente georgiano definito “l’americano” che, manco a farlo apposta, nel 2014 porta i suoi uomini, compresi i cecchini, a Kiev.
E poi addirittura diventa lui governatore in Ucraina.

Il Manifesto ci fa sapere nel 2014 che “organizzazioni vicine alla CIA e Pentagono hanno investito su media e ONG protagoniste della narrazione dei fatti di Maidan“. Perché questa interrogazione parlamentare è una chicca?
Perché l’ha fatta Fontana nel 2017, che oggi è il presidente della Camera di un partito che sta accogliendo Zelensky a Roma come un eroe e abbracciandolo. Abbracciando chi dice ancora che “nel 2014 c’è stata una rivolta democratica“.
Fontana è lo stesso membro di questa sua interrogazione parlamentare che invece ci fa sapere che era pienamente consapevole di tutto: oggi invece hanno dimenticato. Quando arrivano al Governo dimenticano.

Degna di nota, e ovviamente si tratta di un fatto ufficiale, è una telefonata del 2014 tra il ministro degli Esteri estone e il commissario dell’Unione Europea agli Affari esteri Ashton. Il ministro estone torna da Kiev e chiama il commissario all’Unione Europea: “Guardate che le notizie che io ho visto a Kiev sono totalmente diverse da quelle che stiamo dando noi“, dice.
Tanto tra le persone quanto tra i manifestanti ci sono state persone uccise dai cecchini.
Gli stessi cecchini uccidevano persone su entrambi i fronti“.
Quindi a sparare non era Yanukovich, perché molti dei morti erano proprio della sua polizia.
C’è l’impressione sempre più forte che dietro i cecchini non ci sia Yanukovich, ma qualcuno della nuova coalizione”.

Racconta poi: “Sono andato personalmente con un medico vicino ai manifestanti di piazza Maidan – quindi non una persona filorussa – che mi ha raccontato che le ferite sui cadaveri, tanto della polizia quanto dei manifestanti, portassero le impronte della stessa mano: gli stessi proiettili“. Chi ha sparato quei proiettili?
Quegli uomini intervistati da Gian Micalessin che ci spiegano per filo e per segno come sono stati ingaggiati, e che dovevano sparare su tutti, senza fare distinzione. Altro che rivolta democratica.

Il ministro degli Esteri estone racconta anche come la popolazione non avesse fiducia nel nuovo governo.
L’impressione è che non ci sia fiducia verso i nuovi politici. Le persone di Maidan e della società civile dicono che gli esponenti del nuovo governo hanno un passato losco, e non aspettano altro che l’arrivo dei russi e la fine dell’occupazione ucraina“.
Non aspettavano altro che l’arrivo dei russi. Ora, cosa dicono a noi quando raccontiamo della questione dei neonazisti in Ucraina?
Dicono spesso: “È vero, esistono questi gruppi di ultranazionalisti, però quando vanno alle urne non vanno mai sopra una certa percentuale. Quindi parlare di ‘nazificazione’ dell’Ucraina è sbagliato, perché non hanno consenso popolare“.
Queste persone sono in malafede: questo fatto che “non hanno il consenso popolare” è un’aggravante. Perché?

Perché poi invece hanno ricevuto dei ruoli ai vertici, tant’è vero che ci si chiedeva all’epoca: “Cosa ci fanno ultranazionalisti e xenofobi nel nuovo Governo che doveva essere europeista e democratico?“. Addirittura erano quattro ministri: il Ministro della Difesa, il vice Primo Ministro ed il Procuratore generale della Repubblica. Erano di Svoboda, il partito ultranazionalista di estrema destra.
Ci raccontano che “prendono una percentuale irrisoria alle elezioni“. Addirittura Giletti disse: “Allora dobbiamo preoccuparci anche di Forza Nuova in Italia?” No, certo che no. Forza Nuova esprime quattro ministri, non ti devi probabilmente preoccupare.
Riguardo all’estrema destra ucraina invece, dobbiamo precisare che stiamo parlando di gruppi che dall’OSCE dall’ONU sono incriminati dei peggiori crimini. Quindi nessuna paragone con quelli italiano che definiscono di “estrema destra”.

Ma nelle elezioni parlamentari del 2014 il partito Svoboda ha ricevuto il 4,7% dei voti. Mica ci possiamo preoccupare“.
E come mai avete espresso quattro ministri col 4,7% dei voti? Questo però non se lo chiedono. Perché? Che cosa succede?
Il fatto è che gli apparati americani sono sempre stati furbi.
Perché queste sono operazioni che vengono in gergo definite “Stay behind”, cioè quelle operazioni in cui gli americani stanno nelle retrovie. Utilizzano gli estremisti locali: lo abbiamo visto in Italia dove possono portare il nome di “mafia” possono portare il nome di “Ordine Nuovo” di “Brigate Rosse”. In Ucraina portano il nome di “Svoboda”, o di altre organizzazioni.
Loro stanno alle spalle: utilizzano gli estremisti locali per portare avanti i loro obiettivi.


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