La Banca Centrale Europea ha deciso di aumentare il costo del denaro, il che comporterà degli ulteriori innalzamenti dei tassi di interesse su tutti i tipi di finanziamento. La Federazione autonoma dei bancari italiani ha sottolineato che le famiglie indebitate in Italia sono circa 6,8 milioni, cioè quasi 7 milioni di famiglie, di cui la metà, circa 3 milioni e mezzo, hanno un mutuo per l’acquisto di una casa.
Nel 2022 i tassi di interesse sui prestiti sono notevolmente aumentati e nuovamente incrementati.
E probabilmente sarà inevitabile che il costo del denaro sia ulteriormente aumentato.
Ciò comporterà un aumento delle rate dei prestiti a tasso fisso e variabile, con un raddoppio delle rate dei primi e un aumento delle rate del 50-60% dei secondi.
Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava a fine febbraio 2023 a 426 miliardi, in crescita di 50 miliardi rispetto alla fine del 2017. Le banche complessivamente hanno erogato 253 miliardi di prestiti ai cittadini, in linea con i valori di fine 2017, ma in rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi di interesse.
Quindi la decisione della BCE pesa veramente come un macigno sui prestiti bancari e sull’intera economia italiana, con un rischio di rallentamento molto forte del mercato immobiliare e dell’edilizia, nonché una riduzione molto evidente degli investimenti delle imprese, con le conseguenze che io mi aspetto sull’occupazione. Queste sono le notizie.
Ora mi sembra evidente che l’economia italiana non può risollevarsi come Stato se noi non cambiamo, se noi non passiamo ad una visione diversa di economia, io parlo di economia umanistica. Nelle librerie è uscito il mio libro “L’amore sconfiggerà i mercati“, edito dall’edizione Il punto d’incontro, lo trovate anche sul sito. Io parlo di economia umanistica, parlo del fatto che bisogna dare lavoro, bisogna occuparsi di imprese. Il gioco della finanza comporta questo: comporta che poi per tenere i tassi, per fare gli interessi degli speculatori, si va ad agire su delle leve che poi vanno a penalizzare quelli che vivono di reddito o di pensione.
L’altra sera ascoltavo dei pensionati che dicevano: “La pensione corre molto di meno dell’inflazione“, ed è vero.
Questo è il problema per i pensionati, per i lavoratori dipendenti, per lavori, per i lavoratori autonomi, per gli imprenditori che pagheranno dei tassi più alti. O forse non avranno il credito per poter fare investimenti e quindi ulteriori problemi sull’occupazione. E’ tutto sbagliato.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi