Ha destato un moto di indignazione e di scontento la decisione di Bergoglio di non dare la benedizione a un piccolo cane che la padroncina aveva portato al suo cospetto per chiedere, appunto, che venisse impartita la benedizione. Una forma di amore supremo per l’animale, Si dirà, che ha indotto questa signora a voler vedere benedetto anche il proprio cane. Bergoglio ha detto di no. Ha spiegato che questi capricci non debbono essere assecondati, che bisogna sempre distinguere l’uomo dall’animale. Parole quindi, che in questo caso paiono anche di buon senso. Da un certo punto di vista, se si considera che in termini cristiani, a essere propriamente dotato di anima e destinato alla vita eterna è l’uomo soltanto. Tuttavia, va anche detto che nella tradizione contadina è molto diffusa da sempre la tradizione di impartire la benedizione al bestiame per proteggerlo, per sperare in una prosperità a venire.
Va ancora rilevato, tuttavia, che il caso specifico del cagnolino è distinto rispetto a quello del bestiame, dove nel caso del bestiame abbiamo la benedizione volta a produrre la prosperità di un’intera comunità.
Nel caso del cagnolino si asseconda in effetti il capriccio di un singolo individuo, e anche questo aspetto non deve essere trascurato.
Quindi potremmo in realtà lungamente discutere in termini teologici e filosofici anche se sia opportuno oppure no impartire la benedizione su richiesta a un animale. E la scelta di Bergoglio, in qualche caso, potrebbe comunque essere giustificata.
In un caso o nell’altro, in effetti vi sono buone ragioni e per dare la benedizione e per non darla.
Tuttavia, quello che desta forse scandalo è che in un altro contesto Bergoglio non ha avuto alcun dubbio e la benedizione l’ha impartita senza pensarci due volte.
E’ il caso della Lamborghini che egli ha benedetto.
La notizia si trova variamente sui quotidiani, in relazione a qualche tempo addietro.
L’ha benedetta come se fosse la cosa più ovvia del mondo, mentre con il cane che è pur sempre una creatura di Dio dal punto di vista cristiano, Bergoglio ha scelto di non impartire la benedizione. Ebbene, con la Lamborghini, prodotto del capitalismo, egli ha scelto di impartirle senza pensarci due volte. Vero è che la Lamborghini era destinata a fini di beneficenza e di carità, e dunque l’obiettivo ultimo, con la presenza del Papa, era quella di dare la benedizione a un oggetto che serviva a fare del bene.
E tuttavia desta qualche preoccupazione l’immagine del Pontefice che benedice un oggetto di lusso, un artefatto della tecnica, di più un prodotto del tecno capitalismo.
E desta preoccupazione ancor più se si pone in relazione questa vicenda della benedizione della Lamborghini come oggetto di lusso, con la negata benedizione rivolta al cagnolino, giudicato a quanto pare non all’altezza rispetto alla Lamborghini.
Eppure possiamo ben dire, cristianamente, che vi è molta più divinità nel cane che non nella Lamborghini, perché il cane, se non altro, è pur sempre un prodotto del creato, una creatura di Dio, mentre la Lamborghini è a tutti gli effetti un prodotto dell’uomo e di più di una civiltà intrinsecamente reificata quale quella di cui siamo abitatori e nella quale, diciamolo pure, Bergoglio sembra trovarsi del tutto a proprio agio, a differenza di Ratzinger, che era in perenne alterco con la civiltà nichilista dei mercati e della dittatura del relativismo.
RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano, con Diego Fusaro