Wallace, Inzaghi e la Lazio ottava

E così la Lazio ha detto definitivamente addio a qualsiasi sogno di Champions League, mettendo a rischio anche la partecipazione all’Europa League, visto che è sempre inchiodata all’ottavo posto e deve soprattutto confidare nella finale di Coppa Italia per staccare il visto. Vola invece l’Atalanta che dopo aver sbancato Napoli si è ripetuta anche all’Olimpico, con il valore del suo collettivo e alcune giocate come al solito fenomenali di alcuni dei suoi singoli.

Gasperini ha vinto ancora una volta in rimonta, confermando una dote essenziale della sua squadra: saper reagire, anzi saper rimanere impassibile, di fronte alle difficoltà, continuando a fare affidamento al suo modo di stare in campo. Si è persa invece la Lazio che ha pagato anche alcune prestazioni individuali, in particolare quella di Wallace, responsabile – con gradi differenti – su tutti e tre i gol. Difficile capire perché Inzaghi non lo abbia sostituito prima che sbagliasse in maniera goffa, per poi beccarsi i fischi del suo pubblico. Sin dalla prima mezzora era infatti chiaro come Wallace fosse in difficoltà di fronte alla rapidità degli avversari e nell’intervallo bisognava procedere con il cambio.

Così non è stato e alla fine è arrivata la sconfitta cocente per i biancocelesti, che adesso sono a sette punti dall’Atalanta e lontanissimi dalla cifra di gioco dei bergamaschi, che ritroveranno tra dieci giorni all’Olimpico per la finale di Coppa Italia, con Lulic e quasi sicuramente con Milinkovic Savic. Due rientri a questo punto fondamentali.

Alessandro Vocalelli