“TeleMeloni” titola in prima pagina la Repubblica. Dall’addio di Fabio Fazio a quello di Lucia Annunziata dalla Rai sono esplose le polemiche. Complici soprattutto le nomine Rai del nuovo Cds guidato dall’amministratore delegato Roberto Sergio.
La tv di Stato sarebbe così diventata “di destra”, di quella solita destra che minaccerebbe il ritorno del regime.
E i più non si sono certamente risparmiati.
“Come si può uccidere il servizio pubblico” o ancora “Al servizio della destra“.
Queste le reazioni dei giornali a quella che raccontano come la “nuova egemonia”.
“Diciamoci la verità, è da un quarto di secolo che il Centrodestra controlla il servizio pubblico“, è scritto su Repubblica.
“E allora perché la Annunziata non se ne è andata via prima?“, fa notare Francesco Borgonovo, riferendosi anche al periodo di Berlusconi, con il quale tra l’altro la Annunziata aveva anche avuto un diverbio in diretta.
L’indignazione a corrente alternata è iniziata, ed è una polemica che Annalisa Terranova, giornalista del Secolo d’Italia, definisce “Tutta una lacrimazione“.
Perché, guardandole una ad una, le nomine non sono affatto scandalose.
Come quella di Chiocci al TG1, ex direttore di AdKronos.
Secondo la giornalista non c’è nulla per cui scandalizzarsi: “Non è mica la prima volta che un esterno dell’ambiente di destra va a dirigere il telegiornale“. Eppure mai prima d’ora si erano accavallate le critiche.
Per smontare l’ipotesi su una possibile nuova egemonia culturale e d’informazione a matrice meloniana, Terranova spiega in diretta a “Punto & Accapo” il funzionamento di quelle che secondo la giornalista sarebbero tecniche su come “rigirare la frittata”.
Quelle stesse tecniche che Francesco Borgonovo proietta anche sulla recente polemica sul Salone del Libro, presentando anche un retroscena sulla sua direzione: “Anche il mio nome era scritto sulla lista“.
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