La Roma fa un favore all’Inter, frena, rischia di finire fuori giri contro il Genoa, la salva Mirante che para il rigore dopo aver sbagliato, sul pareggio di Romero, l’uscita, restando con la catena corta tra porta e area piccola.
Piccola Roma, nel secondo tempo in evidente affanno ma baciata dal gol di El Shaarawy che stava per uscire dalla partita ma, come accade nel football, ha smentito la scelta dell’allenatore. La squadra di Ranieri non ha dato segni di maturità e di determinazione, il Genoa ha giocato con il cuore in mano, non potendo fare altro, in difesa ha mostrato un ragazzo di cui si parlerà nel prossimo campionato con la maglia della Juventus, trattasi di Romero Cristian, argentino di anni ventuno, stopper antico e anche forte di testa come sanno fare difensori sudamericani. La Roma scivola a tre punti ufficiali e quattro virtuali con l’Atalanta che viaggia a mille e merita, più di tutte, la qualificazione alla Champions League.
Partita senza particolare corpo quella dei romanisti, football a tratti mai continuo e costante, fragile la prestazione di Zaniolo, una sola occasione al tiro, Dzeko non pervenuto, soltanto El Shaarawy è andato sulla linea che si doveva e si dovrebbe. E’ mancata la rabbia alla Roma, una squadra ordinaria, come se avesse già in cassa la classifica europea ma così non è e mi chiedo perchè la vittoria dell’Atalanta sulla Lazio non abbia scosso e stimolato il gruppo di Ranieri, piuttosto debole e leggero. Restano tre partite, restano le solite promesse, resta la Roma che non ha mai dato l’impressione di meritare il miglior teatro continentale. Molto si dovrà fare, l’espressione gelida di Totti, in tribuna, è la fotografia di un futuro tutto da scrivere.
Tony Damascelli