“Dieci punti di penalizzazione? Fin dall’inizio ci siamo espressi chiaramente sulle opinioni che avevamo per le sentenze. Riteniamo di essere stati condannati ingiustamente, abbiamo iniziato i processi sotto indagine per un articolo e siamo finiti condannati per un altro articolo. Ma oggi rimaniamo concentrati sul campo. Per cui ci riferiamo a questo. Ormai per noi è acqua passata, ormai è definitiva e noi oggi siamo concentrati sul campo”.
Parole “leggere” da parte del dirigente juventino Francesco Calvo a DAZN. Qualcuno le interpreta persino come una resa a quella giustizia sportiva che ha tolto il piazzamento Champions alla squadra di Allegri, e che ora potrebbe dare il benservito sul caso stipendi (ancora tutto da approfondire).
Non è chiaro quale altra stangata aspetta la società torinese, ma le dichiarazioni “lassiste” del nuovo corso sembrano rimandare a tempi bui:
“E’ l’erede di Zaccone (difensore della Juventus nel processo di Calciopoli, ndr). L’inizio di una tremenda storia per la Juventus, che potrebbe andare in Serie B. Queste le cose che sono accadute ieri, altro che la partita. A Torino non si parla d’altro“.
Così Tony Damascelli a cui abbiamo chiesto una “diagnosi” sul momento Juve a ‘Radio Radio Lo Sport’: “Alla Juventus, negli ultimi 7 anni, si è andati avanti ad amicizie, non a competenze. Il caso Calvo è l’ultimo, essendo lui amico d’infanzia di Andrea Agnelli. Lui era stato allontanato per vicende private, poi lo ha recuperato John Elkan, il quale non aveva gradito quel commiato.
Però siamo di fronte all’incapacità totale“.