La situazione in Kosovo sembra sempre più critica. Dopo il boicottaggio delle elezioni comunali da parte della maggioranza serba che ha portato ad una votazione del solo 3% del totale, si stanno verificando numerose proteste contro l’insediamento dei sindaci. Le richieste fatte pervenire riguardano il ritiro delle unità di polizia dal nord del Kosovo che è a maggioranza serba, e la rinuncia dei nuovi sindaci di etnia albanese. Forte è la presenza di forze dell’ordine e di militari Nato nella regione, si prevedono però nuove manifestazioni di protesta da parte dei serbi locali. I media occidentali hanno iniziato a stabilire già i buoni e i cattivi, come Il Corriere della Sera che ha titolato: “È l’ora della rivincita. Dopo le molotov sulle forze Nato, i serbi in piazza attendono rinforzi da Belgrado”. Francesco Borgonovo e Zeljko Pantelic si sono confrontati sulla questione in un botta e risposta interessantissimo:
“Non è proprio un grandissimo successo della Nato questa situazione. In realtà qui ci sono una marea di ragioni per quella protesta. Ci sono degli accordi presi a Bruxelles che le autorità del Kosovo non rispettano. Non rispettano da 10 anni. C’era l’impegno a fare la comunità delle municipalità serbe, una specie di statuto speciale. Stiamo parlando di una regione del nord del Kosovo, dove il 97% della popolazione è Serba e no, non sono andati a votare per protestare contro il fatto di essere disattesi da 10 anni“. Commenta Borgonovo, riconoscendo la legittimità della protesta.
Poi è Pantelic, uno dei nostri conduttori, che ha la doppia cittadinanza serba e italiana, a intervenire: “Però ci sono anche altre cose da aggiungere, purtroppo anche Belgrado ha contribuito a creare questa rivendicazioni anti occidentali e nazionaliste. Inoltre la Russia non offre nessuna all’alternativa all’Occidente. Alla Russia interessa solo di creare i danni, di creare un’altra polveriera che agevolerebbe la sua posizione, perché a loro andrebbe benissimo che si aprisse una guerra, una guerra ibrida nei balcani. Perché distoglierebbe l’attenzione da quel che sta succedendo in Ucraina. Da 30 anni si parla contro l’occidente, contro l’Unione Europea, loro odiano più l’Occidente che amano la Russia e la Cina“.