La genesi di Diego Armando Maradona come leader e personaggio politico a livello mondiale, a difesa dell’indipendenza dell’Argentina e del Sudamerica tutto, parte da un colloquio con Fidel Castro che gli dice: “Non ti permetteranno più dopo i rapporti con me, di avere una tua carriera brillante nel calcio e di poter nello stesso tempo portare avanti la rivoluzione cubana”. Poi Ugo Chavez e Fidel Castro decidono di portare avanti una alleanza antimperialista e antiamericana. Il nome che gli danno è Alba. Alba, acronimo di “Alleanza Bolivariana per le Americhe“, perché Simon Bolivar era il liberatore del Sud America, quello che aspirava alla patria grande del Sud America. Quindi decidono di portare avanti questo progetto facendo in modo che Maradona potesse essere il portavoce in Occidente.
Fidel Castro prima convoca Chavez, poi convoca Maradona, che ovviamente ce l’ha a morte con gli americani, perché si rende conto che gli hanno rovinato la vita, l’hanno squalificato e l’hanno incastrato per quelle che erano le sue idee politiche. Maradona diventa realmente il trade union di tutti i leader sudamericani fino ad arrivare addirittura a fare delle cose eclatanti. Parliamo della prima vittoria dei popoli contro il neoliberismo. Sembra assurdo dirlo, ma è stata guidata da Maradona.
A un certo punto Bush riunisce i capi della Osa, gli stati americani a Mar del Plata, in Argentina, dovevano firmare un trattato di libero scambio che avrebbe preteso l’argentina una colonia americana. Successivamente Chavez e Fidel decidono di organizzare un treno. Proprio lui, Maradona, è il macchinista del treno. Lo chiamano il treno dell’Alba con partenza da Buenos Aires. Quattordici ore di treno con Maradona a fianco del macchinista a bordo, con 160 leader rivoluzionari sudamericani, i capi di tutti i gruppi rivoluzionari antimperialisti. Lo invitano a parlare. E Maradona dice “L’argentina tiene dignità, adesso andiamo a cacciare Bush”. Consacrandolo da quel momento come leader politico.