Pride 2023, fioccano accuse alla Regione Lazio ▷ “Nessun fascismo: patrocinio tolto per un motivo”

Mancano quattro giorni ad uno degli eventi più grandi d’Italia per quanto riguarda il mondo LGBT: il Roma Pride.
Ma la polemica è già iniziata. Tutto nasce da un fatto che ha scaturito le polemiche dei paladini dei diritti gay.
La Regione Lazio, amministrata del centrodestra di Francesco Rocca, ha tolto il patrocinio all’evento.
In men che non si dica l’allarme al fascismo e alla censura è esploso a gran voce e i più si sono scagliati contro il Presidente della Regione.
Siamo ormai alla farsa. Pro Vita ordina e la politica esegue” – ha dichiarato il portavoce della manifestazione, Mario Colamarino.
Il sindaco di Roma Gualtieri ha già confermato invece il patrocinio del Comune, dichiarando inoltre che sarà presente all’evento.
Ma quali sono i motivi per cui la Regione Lazio ha tolto il patrocinio? Trattasi davvero di fascismo?

Il Pride non è stato cancellato” – precisa Francesco Borgonovo neutralizzando il grido allo scandalo.
Qui semplicemente la Regione ha tolto il patrocinio, cioè un bollino che si mette su una locandina“.
Tutti potranno andare al Pride – spiega Maria Rachele Ruiu, di Pro Vita e Famiglia – Tutti potranno fare atti osceni in luogo pubblico, perché è questo che succede al Pride. Tutti potranno andare a fare vilipendio alla religione, perché è questo che succede al Pride.
Tutti potranno andare a fare istigazione a delinquere, perché è questo che succede al Pride, con la promozione, per esempio, dell’utero in affitto“, pratica che in Italia è attualmente illegale.
Ed è per questo che la Regione ha tolto il “bollino” al manifesto, come spiega Ruiu.
Il patrocinio in teoria sarebbe la massima forma di adesione e il riconoscimento morale ad iniziative.
E quindi se l’organizzazione di questo evento promuove pratiche illegali eticamente inaccettabili, la Regione fatica a promuoverlo
“.