E’ alla fine giunta la condanna, anche piuttosto pesante, per gli attivisti di Ultima Generazione, gli eco attivisti che hanno scelto curiosamente di tutelare la causa dell’ambiente devastando opere d’arte, imbrattando monumenti e producendo un vero e proprio caos che non si capisce in alcun modo come possa essere correlato con la difesa dell’ambiente.
Anzi, come più volte ho sottolineato, riesce davvero difficile immaginare che chi non può e non è in grado di occuparsi e di curarsi delle opere d’arte, dei monumenti, possa poi realmente occuparsi e prendersi cura dell’ambiente.
A ogni modo, la condanna è stata di nove mesi, addirittura, oltre a una multa da parte del Tribunale vaticano per aver imbrattato con la colla il poderoso complesso scultoreo del Laocoonte. Ebbene, possiamo ben dire che la sorte che tocca al sacerdote Laocoonte, così come viene narrata nell’Eneide di Virgilio, è stata in qualche modo meno grave di quella subita più recentemente con gli attivisti di Ultima Generazione. Nella narrazione virgiliana, Laocoonte viene di fatto divorato e stritolato e portato in acqua dai serpenti, dacché egli si oppone alla volontà di condurre il cavallo di Troia entro le mura di Ilio possente.
Questa la pena che viene inflitta al sacerdote per essersi opposto alla volontà degli dei, favorevoli alle sorti dei Greci e contrari a quelle dei Troiani.
Ebbene, poca cosa, in fondo, rispetto a l’onta di essere imbrattato con la colla.
Ciò che è avvenuto con gli attivisti di Ultima Generazione, dei quali possiamo senz’altro dire non vi era alcuna protezione da parte degli dei in un agire tanto empio e tanto scriteriato. Ancora una volta troviamo queste mode dell’eco attivismo che per un verso rivelano l’assoluta vacuità ideologica del nostro tempo, che è del tutto incapace di rappresentare politicamente e culturalmente la totalità contraddittoria del tardo capitalismo. E poi, in seconda battuta, riscontriamo una volta di più come questi eco attivisti o eco vandali, secondo altri, appaiano sempre e di nuovo organici alla civiltà della cancellazione, della cancel culture, della devastazione propria dell’ordine quanto basta, della tecnica che tutto deve distruggere acciocché regni sovrano il nulla.
Ecco, ancora una volta gli attivisti di Ultima Generazione hanno dimostrato di cosa sono in grado.
Però questa volta, se non altro, c’è stata una esemplare presa di posizione da parte della giustizia che ci segnala che, dopotutto, qualcosa di buono resta in piedi, e che non tutto, in fondo, è perduto.
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