L’immarcescibile Elly Schlein, vestale del neoliberismo in tinta arcobaleno, torna a giocare la carta della patrimoniale sulla casa.
Si tratta di un vero e proprio chiodo fisso delle sinistre fucsia neoliberali, che anche in questo appaiono ogni giorno di più prone ai desiderata della global class turbo capitalistica. Non è infatti un mistero che quest’ultima abbia già da tempo preso di mira la casa dei cittadini, e ciò con un obiettivo assai preciso: quello di forgiare il nuovo soggetto errante, senza fissa dimora, privato di tutto e sempre condannato a l’erranza.
Questo, in sintesi, il profilo dell’homo neoliberalis, atomo errante nell’open space del mercato deregolamentato, teoricamente libero di muoversi senza confini, concretamente condannato all’erranza secondo la logica della valorizzazione del valore.
Ecco perché, come più volte abbiamo ricordato, il turbo capitalismo imperante non mira a integrare i migranti.
Tutt’al contrario aspira a rendere migranti coloro i quali ancora non lo siano, dacché il suo obiettivo interno alla sua stessa logica è quello della generalizzazione del profilo dell’homo migrans, sradicato e senza fissa dimora.
Su questo punto, peraltro, l’Agenda 2030 è chiarissima: non avrai più niente e sarai felice.
Vale a dire il trionfo della ebete euforia dell’homo resiliens, lieto di portare addosso le catene e anzi disposto a battersi in loro difesa, secondo l’immagine brevettata da Platone con l’allegoria dell’antro caliginoso, al cui interno gli internati sono lieti della loro stessa schiavitù.
Questa difesa a oltranza delle ragioni del padronato cosmopolitico da parte della New Left rivela una volta di più, se ancora ve ne fosse bisogno, come la sinistra, dimentica di Marx e Gramsci, sia ormai semplicemente la guardia fucsia del capitale, un’appendice senza più alcuna capacità oppositiva dell’ordine globale capitalistico ovunque imperante.
E infatti, curiosamente, la sinistra neoliberale non propone mai, come non vi sarà sfuggito, una tassazione pesante per le multinazionali, per i padroni della finanza e per i turbo capitalisti no borders, gli squali cinici del capitale.
Quelli, per inciso, che con la patrimoniale sulla casa non verrebbero nemmeno minimamente scalfiti, dato che sono maestri della delocalizzazione e della aggirare il fisco mediante i ben noti paradisi fiscali. Oscenamente complici rispetto all’aggressione di classe dall’alto contro il basso, le sinistre fucsia neoliberali colpiscono sempre solo i lavoratori e i ceti medi e lo fanno attuando in piena regola il programma fondamentale del blocco oligarchico neoliberale, il tableau de bord delle classi dominanti sul piano cosmopolitico.
Anche in ciò affiora con limpido profilo, l’identikit demofobico della Sinistra arcobaleno, il suo palese divorzio dal popolo e dalle sue ragioni. Per la New Left glamour abitatrice delle ZTL, il popolo non è più il soggetto da emancipare, come era ai tempi di Gramsci.
Il popolo invece figura oggi per la New Left arcobalenica, come una fastidiosa massa di rozzi complottisti e populisti, i quali debbono essere messi nelle condizioni di non nuocere alla tabella di marcia dei gruppi dominanti, dei global leaders della mondializzazione capitalistica.
Per questo, una volta di più, non ci stancheremo di ribadirlo ad nauseam, la sinistra oggi non è la soluzione, ma è parte integrante del problema almeno quanto la destra, con la quale peraltro fa sistema e compone l’assetto dell’aquila neoliberale a doppia apertura alare. Destra e sinistra sono infatti le due ali dell’aquila neoliberale che volteggia rapace nel cielo per poi calarsi rapinosamente su popoli e lavoratori per depredarli e per renderli ogni giorno più poveri, ogni giorno più privi di dignità e financo di diritti.