Gran Bazar: ogni offerta va e-saudita a costo dei diritti?

“Viene meno la coerenza di fronte all’offerta di contratti principeschi? Oppure si resta con le proprie convinzioni ma è comunque difficile dire di no a certe offerte, anche per dei calciatori già milionari? A noi piace pensare a una terza via”


Cominciamo col dire che la nostra rubrica si chiama Gran Bazar e Bazar, come tutti sanno, è un termine arabo: il mercato dove tutto si trova, dove ogni occasione si può cogliere e dove ogni “sòla”, che non è un termine arabo, si può prendere, nostro malgrado. In ogni caso, il titolo lo abbiamo scelto perché visti i tempi qualche emiro o qualche sceicco potrebbero sempre pensare di acquistarci, portandoci a scrivere stupidaggini sotto il sole del deserto e all’ombra di un mutato 740. 

Viviamo tempi in cui i ragazzini del Milan che avevano comprato la maglia numero otto sanno di non aver tempo per versare lacrime per la partenza di Tonali: son finiti quei tempi, ora dagli otto anni in su cominciano a calcolare il TFR per quando certi contratti scadranno. I turbanti non li turbano più e persino i più piccini sanno che con certe cifre ogni offerta va e – saudita. 

Oggi dedichiamo però una riflessione ai tifosi del Liverpool, che al loro interno hanno anche una frangia “LGBTQ+”, per come hanno preso la notizia che Jordan Henderson, sostenitore molto attivo di campagne sociali sul riconoscimento della diversità di genere, contro ogni discriminazione o disparità di genere, se ne andrà al Al – Ettifaq, per 700mila Sterline a settimana. Tra l’altro, troverà ad allenarlo Steven Gerrard, uno che oltre a essere una leggenda del Liverpool è stato anche lui uno attivo nel pronunciarsi a favore dei coming – out di più di un calciatore, come per esempio Robbie Rogers dei LA Galaxy. 

Viene meno la coerenza di fronte all’offerta di contratti principeschi? Oppure si resta con le proprie convinzioni ma è comunque difficile dire di no a certe offerte, anche per dei calciatori già milionari, come lo sarebbe per noi se, in proporzione, ci offrissero contratti con i quali i nostri attuali datori di lavoro non possono competere? 

A noi piace pensare a una terza via: con sempre più gente come Henderson o come Gerrard nel loro campionato, sempre più attenzionato a livello mondiale, gli arabi loro malgrado saranno costretti a fare buon viso a cattivo gioco (non in senso calcistico) e piano piano a mostrarsi più tolleranti. Non perché lo stiano diventando sul serio, ma perché comincerà a diventare conveniente per loro. In quel senso, pure in un modo così forzato, non saranno stati soldi buttati. 

Paolo Marcacci