Nel periodo storico in cui l’essere umano sta sviluppando e perfezionando una convivenza a tratti ostile con i software di intelligenza artificiale, il mondo dell’arte e i suoi attori principali si sentono minacciati da un qualcosa che di umano ha ben poco.
Il settore delle arti figurative ha dovuto fin da subito fare i conti con i più svariati software AI in grado di riprodurre, distorcere, alterare, modificare o creare da zero opere d’arte di spiccato valore creativo e minuziosa cura del dettaglio (in alcuni casi).
La diffusione a macchia d’olio delle intelligenze artificiali in grado di interpretare ed emulare la sfera della creatività umana, ha repentinamente interessato anche l’industria musicale.
Si distinguono due aree di azione principali delle AI all’interno del settore: i software che riguardano la produzione musicale e i software di selezione, digging e creazione playlist.
Playlistable, PlaylistAI : disc jokey artificiali
Il digging ha rappresentato per generazioni di dj la pratica principale di ricerca e selezione dei dischi più interessanti da proporre all’ascolto del proprio pubblico.
Il transito dalla più romantica ricerca del vinile perfetto nei negozi di dischi alla più rapida ricerca digitale delle tracce su iTunes prima e su YouTube o Spotify in seguito, ha segnato la prima svolta epocale nel mondo dei selectors.
L’introduzione e il perfezionamento delle intelligenze artificiali in grado di svolgere l’attività di digging in breve tempo e talvolta in maniera più efficace, potrebbero rappresentare il secondo momento cruciale.
Software AI come Playlistable e PlaylistAI sono software in grado di creare playlist e selezioni musicali dettagliate nel giro di pochi secondi seguendo indicazioni riguardanti il genere, il mood, il contesto o la situazione d’ascolto e gli artisti di riferimento.
L’intelligenza artificiale, dunque, tenta di sostituirsi alla figura del disc jokey in un periodo storico in cui il vinile e la console tornano alla ribalta, affascinando i più giovani e restituendo ai più grandi i tempi che furono.
Soundraw, Boomy, Song Lyrics Generator : produttori e cantautori artificiali
Il settore della produzione musicale intesa come arrangiamento, stesura e postproduzione di un brano ha subito negli anni un processo di forte transizione digitale. Il risultato di questo processo è rappresentato ad oggi da una sinergia positiva fra i produttori e i tools di nuova generazione utilizzati negli studi di registrazione come strumenti virtuali, plug-in, amplificazione ed effettistica digitale.
I due fattori indispensabili per il processo di creazione rimangono, in ogni caso, le doti artistiche dell’autore e le competenze del produttore. Ma lo saranno per sempre?
I computer stanno imparando ad essere autori e produttori. Intelligenze artificiali come Soundraw o Boomy sono attualmente in grado di produrre un brano finito, completo di testo ed arrangiamento musicale, seguendo le istruzioni che gli vengono fornite.
Chiunque, sottoscrivendo un piccolo abbonamento mensile o una prova gratuita, potrebbe ottenere in pochi minuti una canzone o una traccia strumentale utilizzabile nell’immediato, per qualsiasi scopo. Il problema dei risultati ottenuti è, ovviamente, la scarsa qualità, ma, come ben sappiamo, le IA imparano dai propri errori e migliorano ogni giorno che passa.
L’artista si è fatto interprete delle emozioni e dei sentimenti più profondi dell’essere umano e li ha trasformati in un pezzetto di eternità. A questo punto ci chiediamo se l’umanità e la sensibilità di un uomo possano mai essere sostituite dall’intelligenza artificiale creata da un altro uomo. Citando Nick Cave, uno fra tanti, per il momento questo fenomeno rimane “una grottesca presa in giro di ciò che significa essere umani”. Quando l’uomo avrà una CPU al posto del cuore, un computer, forse, scriverà canzoni migliori.
Per approfondire alcuni software di riferimento: https://www.wired.it/article/creare-musica-con-intelligenza-artificiale-siti-app/