Un uomo di 75 anni è morto sul posto di lavoro.
Faceva l’operaio in un hub logistico di Amazon, nei pressi di Ancona. Le cause? Il caldo.
Almeno questo è quello che i media mainstream hanno spiegato in maniera piuttosto sbrigativa.
Così sbrigativa che si sono dimenticati di un elemento non poco rilevante: aveva 75 anni ed era ancora presente nel mondo del lavoro.
A riportare la tragica notizia è l’Ansa. Allo stesso tempo però fuoriescono dal mondo della politica alcune proposte come quella di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. “Serve un protocollo per cassa integrazione e smart working per i lavoratori, come durante il Covid-19“. Un accostamento da cerchiare con la penna rossa: Covid=Caldo.
Ma l’altro “dettaglio” è questo: come farebbe un operaio, un gruista, a lavorare da casa?
“Caldo record – scrive la Repubblica – sindacati in pressing: ‘Stop al lavoro sopra i 33 gradi’“.
Che sia il primo passo allora verso un’altra sottospecie di lockdown, stavolta climatico?
D’altronde è un dubbio facilmente avanzabile, a seguito delle dichiarazioni di Bonelli, dell’Alleanza Verdi e Sinistra: la proposta è quella del reato di negazionismo climatico.
Interviene in diretta a Un Giorno Speciale il sindacalista Savino Balzano.
“Sono schifato” – ha detto in merito alla notizia della morte dell’operaio 75enne.
“Schifato dal livello della discussione che è miserrimo. Schifato dalla mancanza d’intelligenza.
O si è in malafede o veramente si hanno strumenti ridicoli: ma come puoi imputare la morte di un 75enne al caldo?
Davvero significa non avere una minima consapevolezza del fatto che a 75 anni non avrebbe dovuto fare l’operaio“.