L’intelligenza artificiale sembrerebbe attraversare un momento di regressione che preoccupa i cultori della programmazione e da sollievo ai più scettici. È salita alla ribalta della cronaca degli ultimi giorni, la notizia che Chatgpt, uno dei software di intelligenza artificiale più utilizzato dagli utenti del web, stia vivendo un momento di down mai verificatosi in precedenza. Le ipotesi che si sono palesate tra gli utenti e i media sono le più svariate, dalla volontà di tagliare le spese da parte di OpenAI, l’azienda proprietaria del software, alla difficoltà di elaborazione di una gigantesca quantità di dati, passando per l’intenzione di ‘limitare i poteri dell’intelligenza artificiale’.
“La notizia prende spunto da uno studio di tre ricercatori dell’Università di Stanford che non è stato ancora pubblicato, risulta difficile dunque stabilire la veridicità degli articoli a riguardo. Quello di cui siamo certi è che Chatgpt viene allenata ancora oggi con dati risalenti al 2021, dunque è azzardato pensare che possa essere cambiata la qualità delle risposte fornite“. Spiega Antonio Simeone, docente dell’università LUISS esperto di intelligenza artificiale “Quello che potrebbe essere successo, però, è che gli sviluppatori stiano usando meno potenza computazionale ed una mole inferiore di dati per ridurre i costi. La realtà è che abbiamo caricato le intelligenze artificiali di troppe aspettative, ma la verità è che siamo ben lontani dall’essere sostituiti da questi software”
Interviene il prof. Giuseppe Corasaniti, docente di machine learning e diritto presso la LUISS: “Non possiamo chiedere ad intelligenze artificiali generative di sostituirsi ad un esperto umano, ne faremmo un uso improprio. Non dimentichiamo mai che questo tipo di intelligenza è un combinatore di dati, li raccoglie e li assembla per darci una risposta. Io non credo che dovremmo avere paura dei software, sta all’uomo stabilire un’etica necessaria a regolamentarli. Dobbiamo imparare a conoscere le intelligenze artificiali e ad utilizzarle in modo corretto.”
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