Si accende lo scontro tra Don Ciotti, fondatore di Libera, e il Ministro delle Infrastrutture Matto Salvini. Il motivo? Il Ponte sullo stretto. L’opera più chiacchierata in Italia, che mai si è tramutata in nulla di concreto, è capace ancora di far parlare di se e di generare grandi e accese polemiche. Anche per questo governo, e in particolare per la Lega, sembra essere un obiettivo vero. Ed ecco allora che da un aparte Don Ciotti si preoccupa di una sua possibile costruzione, dichiarando che “C’è il rischio, poi si dovrà lottare sia ben chiaro, che il Ponte sullo stretto non unirà due coste, ma due cosche sicuramente sì”. Dall’altra parte Salvini replica alzando i toni con un attacco diretto: “Mi ha fatto specie leggere le parole di un signore in tonaca che ha detto che questo ponte più che unire due coste unirà due cosche. Un’affermazione di un’ignoranza, di una superficialità senza confini. Non solo è una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di italiani”
Il direttore de “Il Tempo” Davide Vecchi: “Mi sorprende la dichiarazione di Don Ciotti, mi sembra una resa alle mafie. Il fatto che il Ponte debba unire due cosche mi sa di resa alla criminalità organizzata. Mi è sembrata una frase infelice. Se non fosse stato Salvini a sostenere la realizzazione del Ponte sullo stretto, ma magari qualcuno del PD forse non ci sarebbe stato questo attacco.
Io vedo più l’attacco a Salvini più che la difesa di Don Ciotti. Opere importanti come il ponte, come strade e ferrovie che sono partite al sud, tolgono lavoro alle mafie e al lavoro nero e rafforzano la presenza dello Stato. La lotta alle mafie è più utile con le grandi opere. Sicuramente Salvini avrebbe potuto stigmatizzare, Don Ciotti è costretto a vivere con sei uomini di scorta per la sua lotta alla mafia, sicuramente si poteva soffermare solo sul fatto che abbia fatto una uscita infelice”