ChatGpt è davvero peggiorata?
E’ d’obbligo analizzare nel corso del tempo l’evoluzione dei processi tecnologici e le sue scoperte.
L’intelligenza artificiale ha catapultato il mondo della tecnologia in quello che pare essere un immediato futuro, metodologicamente parlando.
Per ciò che invece concerne discorsi più complessi, l’IA di OpenAi è ancora sotto esame: moralmente e filosoficamente parlando, i dubbi circa l’utilizzo di tali tecnologie sono ancora tanti. Intanto però lo strumento in questione continua a crescere. Oppure no?
Recentemente si è verificata tra i più la percezione di un cambiamento nell’utilizzo del chatbot, riscontrando peggioramenti nelle risposte, maggiore difficoltà nelle spiegazioni: d’altronde, ChatGPT e simili non sono vere e proprie intelligenze autonome, almeno per ora.
Si tratta infatti sempre e solo di un algoritmo che “impara” da correzioni precedenti, dati non sempre aggiornati.
Dunque un peggioramento può davvero esserci. Altri sostengono invece il contrario: l’intelligenza artificiale non solo non starebbe diventando più “stupida”, ma starebbe anche migliorando e non di poco.
A questo punto è necessario allora fare un punto su ruolo e funzione della suddetta tecnologia, ripercorrendo la sua storia con tutti i suoi precedenti. Dove può arrivare ChatGPT? Arriverà mai ad avere una vera e propria autocoscienza?
Per rispondere a tali questioni, in diretta a Lavori in Corso traccia il futuro dell’intelligenza artificiale Giuseppe Corasaniti, Docente di Intelligenza artificiale, Machine Learning e diritto presso l’Università LUISS.