La BCE aumenta i tassi di interesse: a pagarne sono di nuovo casse pubbliche e cittadini

E oggi torniamo a parlare di Banca Centrale Europea. La BCE, come sapete, ha recentemente aumentato ancora i tassi di interesse di altri 25 punti ed è il 9º aumento consecutivo. L’obiettivo principale della cosiddetta Eurotowerrimane quello di portare l’inflazione al 2% nel medio lungo termine. Un valore ideologico. Ora, durante il mese di luglio, i tassi hanno continuato ad aumentare, con degli effetti negativi sull’economia, sulle casse pubbliche degli stati e sulla vita quotidiana dei cittadini europei, soprattutto per l’aumento dei mutui a tasso variabile che tanti italiani, per esempio, hanno fatto sulla propria casa. Per quanto riguarda quello che ci dobbiamo aspettare a settembre, la posizione della BCE è ancora incerta. Nei recenti comunicati si legge che le decisioni sui tassi di interesse della Banca Centrale Europea saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerando dati economici e finanziari recenti. La Banca Centrale Europea ha anche deciso di azzerare la remunerazione delle riserve obbligatorie delle banche, che costerà alle banche europee, conseguentemente circa 5,4 miliardi di interessi mancati. Nel frattempo, secondo l’economista tedesco Moritz Kraemer, l’Italia è ancora ossessionata dalla lettera della BCE del 2011 che attaccò il Governo Berlusconi. E vorrei vedere che non fosse così. Piacerebbe a Kremer che noi ce ne dimenticassimo.

Kraemer critica anche il rifiuto dell’Italia di rettificare il MES, definendolo un atto di irrazionale autolesionismo. È la sua opinione che rispettiamo, suggerendo un trattamento speciale per l’Italia se non aderisce al MES. Non è ben chiaro che cosa voglia dire con questa minaccia, affermando che non è ragionevole che l’Italia possa beneficiare di protezione dello strumento senza firmare. Ma, guarda Kraemer, che noi proprio non ne vogliamo beneficiare di quel tipo di regalo che si chiama MES. Ora è chiaro che questo viene utilizzato come arma di ricatto per obbligarci a firmare, perché tutta l’Unione Europea ormai è diventato un qualcosa di assolutamente coercitivo, obbligatorio ma anche tutte le normative diciamo di stampo occidentale e mi riferisco per esempio al campo del ESG (environment social and governance).

Questo tema sta diventando qualcosa che impatterà sulle banche, sugli enti pubblici e soprattutto sulle piccole, medie e microimprese italiane oltre che sulle grandi. Ecco tutto questo mare di obbligo mi fa ritenere che non si abbia capito ancora che le imprese devono essere libere di fare reddito e creare posti di lavoro.

Malvezzi Quotidiani – L’Economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi