Dopo aver completato la mia inchiesta, “Il cartello finanziario”, su chi ha preso in ostaggio l’Italia a partire dal dopoguerra fino ad oggi, la cosa che mi ha colpito di più è stato realizzare che per anni la disinformazione mediatica e i depistaggi che ci sono stati, erano tutti mirati scientemente a farci scambiare i burattini per burattinai. Se io adesso chiedessi al pubblico: “Chi è stato il grande burattinaio dietro la strategia della tensione in Italia?”, tutti mi farebbero il nome di Licio Gelli e della P2. Nulla di più sbagliato.
La P2 è stata l’agenzia a cui gli apparati angloamericani, quelli che io nella mia inchiesta dimostro essere un vero e proprio cartello, avevano appaltato determinate azioni per perseguire i propri interessi.
Gelli era l’intermediario tra gli apparati, l’intelligence angloamericana e i suoi omologhi qui in Italia.
Ma non era nessun burattinaio. In Italia noi abbiamo attribuito un potere enorme perché è servito depistare, è servito far confluire l’attenzione dell’opinione pubblica verso quella organizzazione, verso quel personaggio.
Ma questo potere enorme non lo aveva, o perlomeno lo aveva nella misura in cui il cartello internazionale aveva interesse ad attribuirgliene. Però non era assolutamente un potere autonomo. Quando Gelli non è servito più, ovviamente lo hanno scaricato in un attimo, proprio a dimostrazione del fatto che ci trovassimo di fronte ad un burattino e non al grande burattinaio, come lo hanno sempre descritto.
Con l’unica differenza che a Gelli hanno risparmiato la vita anche quando a quel cartello non è servito più, cosa che, per esempio, non hanno fatto con altri burattini che a noi per anni in Italia hanno spacciato per burattinai come Michele Sindona, come Roberto Calvi.
Eppure anche loro sono stati descritti come “i grandi burattinai”, come addirittura “i banchieri di Dio”.
Non avevano assolutamente neanche loro questo potere autonomo. Avevano un potere come banchieri fin quando quel potere gli veniva appaltato dai veri vertici del cartello finanziario all’interno del Vaticano.
Ma allora perché serviva far credere che i burattini fossero in realtà dei burattinai?
E’ servito perché in questo modo ci hanno fatto credere, quando è stata sgominata la P2, quando sono state aperte le inchieste contro Licio Gelli, che lo Stato aveva vinto. Che quel potere nulla poteva contro lo Stato, mentre hanno utilizzato queste organizzazioni e questi personaggi come capro espiatorio su cui far ricadere l’attenzione dell’opinione pubblica mentre i veri vertici del cartello, e nella mia inchiesta troverete nomi e cognomi e tutti i riferimenti su quello che hanno fatto, sono rimasti assolutamente impuniti.
E ancor di più, sono rimasti assolutamente sconosciuti ai più.
Questo vuol dire che con gli anni hanno potuto tramandare quella che era la loro agenda, quello che era il loro potere, ad altri che hanno continuato a portarlo avanti indisturbato fino ai giorni nostri, continuando a rendere l’Italia un Paese a sovranità limitatissima, perché ostaggio di questo cartello internazionale che ha potuto operare con continuità mentre i media hanno voluto farci credere che quel sistema fosse finito con la fine di Licio Gelli, con la fine di personaggi come Calvi e Sindona e con la fine della P2: nulla di più sbagliato.
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