L’indice PMI, cioè l’indice Purchasing Manager Index pubblicato da Standard and Poor’s Global, mostra un brutto inizio di trimestre per l’economia dell’Eurozona e un atterraggio morbido, invece, negli Stati Uniti. Nel mese di luglio l’Eurozona ha registrato un peggioramento della contrazione nel settore manifatturiero ed un ridimensionamento anche delle attività terziarie, portando l’indice composito in un’area negativa. La domanda, cioè sta diminuendo. Le imprese stanno riscontrando un calo significativo degli ordini.
Le aspettative per il futuro e la fiducia si sono ridotte e si sta assistendo a un rallentamento alle assunzioni di personale.
Le scorte stanno diminuendo e i prezzi stanno registrando una contrazione con l’inflazione che sta tornando ai minimi degli ultimi 2-3 anni.
La situazione è particolarmente negativa in due paesi dell’Eurozona: la Germania e la Francia, con una forte contrazione del settore manifatturiero. Negli Stati Uniti, invece, l’indice composito è leggermente diminuito a causa del calo nel settore servizi.
Ma il settore manifatturiero è ancora in situazione di espansione. Gli investitori hanno reagito a questi dati, riposizionandosi sul dollaro e provocando una diminuzione del cambio con l’euro. L’aumento dei tassi, annunciato dalla Banca Centrale Europea, rischia di somigliare ai disastrosi rialzi del passato con una recessione che di fatto è già in atto.
Io vi dico queste cose, ve le racconto ormai da tempo, perché mi pare che la politica italiana continui a non capire che è necessario un coraggioso cambio di rotta rispetto all’allineamento, rispetto alla situazione di sudditanza, rispetto a questo atteggiamento di inferiorità e subalternità alla Commissione Europea e alla Banca Centrale Europea. Perché sono gli organi, questi che sto citando, che stanno determinando la povertà in Europa. La domanda è condizionata dalle scelte macroeconomiche e conseguentemente, come io spiego nei miei libri, è ormai evidente che le scelte di un certo tipo di Europa, di una certa mentalità e di un certo modo di fare Banca Centrale, sono assolutamente negative sulle imprese, sugli investimenti, sull’occupazione, su tutti i dati aziendali e ovviamente anche sulle famiglie che abitano in quei paesi e che stanno perdendo il risparmio.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi