“Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai“.
Così Sandro Pertini, ex Presidente della Repubblica, parlava in occasione del consueto messaggio di fine anno agli italiani del 1979.
Un messaggio che nel bel mezzo della Guerra Fredda rappresenta una lezione non poco rilevante su ciò che tormenta l’umanità da sempre.
Con la nascita della Nato nel secondo dopoguerra, la promessa che ne è fuoriuscita a gran voce è sempre stata quella di garantire tempi di pace. Una promessa di non replicare gli errori ed orrori compiuti dall’uomo nelle due guerre mondiali: solo nella seconda morirono circa 68 milioni di persone. E nel mezzo dei disastri ce ne furono anche di molto grossi e plateali, quali i campi di concentramento, quali le due bombe atomiche sganciate dagli USA, sulle due città giapponesi, Hiroshima e Nagasaki. Ma ci fu anche la promessa di un disarmo?
Ma le due bombe a matrice statunitense non furono veramente le uniche.
E’ Focus a spiegare che nella storia sono stati fatti esplodere 2.418 ordigni nucleari, oltre ai due già menzionati, allo scopo di effettuare test o anche di propagandare la forza del paese in questione. Il video che viene proposto sull’era nucleare presente sul sito del mensile scientifico mostra in maniera dettagliata quanti, dove e da chi sono stati fatti questi test. Ma qui scatta poi la domanda per ciò che riguarda la questione ambientale: quanto effetto hanno avuto sull’atmosfera?
Qualcuno ci aveva già provato ad avvertire sul futuro dell’umanità.
Il Manifesto Russell-Einstein è esemplare: presentato nel 1955 e firmato da 11 scienziati non di poco spessore, aveva proprio il disarmo nucleare come tema di riflessione principale ed urgente.
Ma negli anni a venire le cose non sono troppo cambiate, nonostante la propaganda pacifista non sia mai effettivamente mancata. Di citazioni e frasi ne troverete a centinaia, di canzoni come “Imagine” di John Lennon idem. Tuttavia negli ultimi tempi anche la parola “pace” non è così scontata. Solo nel 2022, la spesa militare esclusivamente italiana, dice il rapporto Nato, ha toccato i 1.930 miliardi di dollari.
Una cifra che, tra l’altro, non accontentò il segretario generale Nato Stoltenberg, che incoraggiava invece ad aumentare tale spesa al 2% del PIL.
Nel pericolo che la guerra tra Russia e Ucraina possa espandersi sempre di più, è necessario allora riconsiderare il ruolo delle armi e delle tecnologie. Armi e guerra vanno di pari passo? Cosa porta l’uomo a utilizzare tecnologie tali per certi scopi?
La spiegazione di Alessandro Meluzzi e Alberto Contri a Un Giorno Speciale.