Quante volte abbiamo sentito dire che “nel calcio la testa è tutto” e abbiamo assistito alle problematiche di intere squadre, di allenatori e calciatori che non riguardavano il campo da gioco bensì la condizione psicologica di questi ultimi. L’ultimo fragoroso esempio è stato proprio quello di Josip Ilicic, allontanatosi dai campi da gioco per circa un anno a causa di una depressione che l’attanagliava.
Nel calcio moderno la figura professionale che si occupa dell’aspetto psicologico dei singoli e della squadra è ormai sdoganata ed ha assunto un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi stagionali di ogni società.
Calciatori ed allenatori si trovano a dover lavorare in contesti in cui vengono sottoposti a forti pressioni psicologiche che, se non accolte in maniera costruttiva, coadiuvati da professionisti, potrebbero portare a conseguenze negative e debilitanti.
Lo sapeva bene Vladimir Petkovic nel 2013, quando chiese a Claudio Lotito di affiancare alla società un mental coach che potesse risollevare gli umori di una rosa demotivata durante una stagione travagliata che si sarebbe poi conclusa con la storica vittoria della Lazio in finale di Coppa Italia contro la Roma.
Sandro Corapi è il mental coach che Petkovic affiancò alla squadra durante quella stagione e che aiutò il gruppo a superare i momenti più difficili: “Fui chiamato da Tare a seguito della richiesta di Petkovic di affiancare una figura di mental coaching alla squadra che stava vivendo un momento buio e aveva una media punti terrificante. Cominciai subito a svolgere attività di team coaching con il gruppo e incontri individuali con i singoli calciatori. Ricordo con piacere che alla fine della mia presentazione alla squadra mi si avvicinò Miro Klose che era molto interessato a saperne di più della mia attività di supporto e con lui cominciò un bel percorso. Miro non segnava da mesi ed insieme preparammo la partita contro il Bologna. Risultato? 6-0 per la Lazio e cinque reti siglate proprio da Klose“.