Guerra e armi vanno di pari passo.
L’innovazione tecnologica generale non si è mai fermata. Ma non lo ha fatto neanche quella attorno all’industria bellica.
Se è vero però che progresso tecnologico non implica un progresso umano, allora il rischio non viene mai azzerato.
Ovviamente il rischio di cui si parla è quello delle armi, soprattutto di quelle più pericolose: le bombe atomiche.
E nel tempo della guerra Russia – NATO è lecito farsi qualche domanda sul futuro dell’umanità.
D’altronde lo aveva detto Einstein: “Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sarà combattuta con pietre e bastoni“.
All’europarlamento l’onorevole Francesca Donato chiama sul banco della Conferenza per la pace l’ingegnere Giuseppe Rotunno.
Al centro del tavolo il disarmo nucleare, un progetto non poco ambizioso dell’umanità per eliminare tutti gli ordigni nucleari presenti nel mondo. Un progetto che però non è mai stato preso totalmente alla lettera. Ma negli anni ’90 qualcosa cambiò, come spiega l’ingegnere.
“Megatons to Megawatts” fu un programma, un accordo tra USA e Russia per smantellare gli ordigni e trasformarli in energia.
Furono convertite 20 mila testate russe in energia per le centrali statunitensi. Un progetto che secondo l’ingegnere si può e si deve riprendere adesso, anche a beneficio della bolletta energetica. “Per ogni bomba nucleare smantellata – spiega Rotunno – c’è un guadagno di circa 500 mila euro“. Ma al primo posto c’è ovviamente la sicurezza dell’umanità. Sì, perché, come spiega l’ingegnere al Parlamento Europeo: “L’Europa è quella che non deve fare la terza guerra mondiale. L’obiettivo deve essere quello di liberare il pianeta da queste bombe: ognuna può uccidere un milione di persone“.