La prima contro l’Udinese è normale amministrazione per la Juventus: a Udine finisce 3-0 per i bianconeri di Torino.
Buona la prima per la squadra del riconfermato Massimiliano Allegri. Una partita promossa quasi a pieni voti.
La Vecchia Signora si avvicina ai voti alti relativamente a quanto visto la scorsa stagione: il match di stasera è nel complesso un leggero passo avanti per quel che concerne il gioco. Riguardo ai numeri, invece, c’è molto poco da rimproverare.
Il taccuino segna subito, al secondo minuto, il nome Federico, cognome Chiesa: quel controverso campionato, penalizzato dai -10, l’aveva chiuso lui proprio contro la squadra di Sottil.
Inizia tutto da una distrazione fatale di Zarraga nella sua metà campo. Fatale, perché Dusan Vlahovic si fa trovare pronto e la consegna a Locatelli sulla fascia di sinistra, che la spedisce a Chiesa. A più di venti metri, ecco un tiro partire molto forte.
Angolino basso alla destra di Silvestri, che non può nulla.
Nel giro di 18 minuti arriva il gol che conferma Vlahovic come l’unico e solo 9 bianconero.
Ebusele causa il rigore, con un tocco di mano. E il serbo lo trasforma con una freddezza ed una volontà esemplare, dopo le voci di mercato che lo hanno visto protagonista in uno scambio non poco avversato dai tifosi juventini: angolino basso, spiazzato Silvestri.
Il primo tempo continua senza troppi e particolari intoppi, tranne nel caso in cui Thauvin recrimina un rigore, non concesso.
E’ poi Adrien Rabiot, fidatissimo di Allegri, a riconfermare la sua efficacia anche nel gol allo scadere del primo tempo: il francese riceve un cross da Cambiaso, e lì, dietro al portiere, è semplice il colpo di testa a firmare il doppio vantaggio.
Il secondo tempo è più o meno quello che ci si aspetta: consapevoli del 3-0, i bianconeri rallentano notevolmente, smorzando la dinamicità dei primi 45′. Ma è qui che la Vecchia Signora non raggiunge il 10 pieno in pagella: le incursioni della squadra di Sottil sono piuttosto frequenti, con un Lovric scatenato e voglioso di gol, ma l’imprecisione non glielo consente. Szczęsny è però molto impegnato lì dietro a parare sia con le mani che con la faccia in un’occasione, dalla quale si riprende dopo un intervento dello staff medico. Alcune distrazioni difensive non concedono comunque all’Udinese di rendersi troppo spigoloso e la Juventus segue bene la scia delle altre big.
Unica differenza: Vlahovic non ha la fortuna necessaria per seguire Osimhen e Lautaro nella doppietta.