Vannacci va criticato, non censurato: gli stanno facendo un favore

Censurare nelle librerie il libro del generale Vannacci, intitolato Il mondo al contrario, pare stia diventando un vero e proprio sport nazionale. Vero è che in realtà il libro di Vannacci è disponibile sulle piattaforme digitali ed essendo un libro autoprodotto nemmeno si può trovare propriamente nelle librerie. In ogni caso, sembra che le librerie stiano facendo a gara per esporre insegne con le quali spiegano che nel loro locale non è disponibile il libro di Vannacci. È accaduto in Veneto, è accaduto in Liguria e sicuramente anche in molti altri luoghi ancora è accaduto e accadrà. E’ curioso come anche intellettuali come Tommaso Montanari abbiano approvato con entusiasmo questa scelta. Ad esempio Tommaso Montanari su Twitter, il cinguettatore, si è complimentato con una libreria di Savona che aveva diffuso la notizia secondo cui aveva esplicitamente fatto sapere ai propri clienti di non tenere nella propria libreria il testo di Vannacci. Personalmente reputo folle questa scelta e non mi sento in alcun modo di legittimarla. Come già ho detto, reputo il libro del generale Vannacci una tra le cose peggiori che mi sia mai capitato di leggere, denso com’è di banalità e di vere e proprie corbellerie. Ma reputo ancora peggiore la censura, in ogni sua forma.

E questo vorrei che fosse chiaro. Il generale Vannacci deve avere il sacrosanto diritto di poter dire ciò che pensa senza essere sospeso, punito o anche censurato. Anche in ragione del fatto che, occorre ribadirlo, il contrario del falso è il vero, non la censura.
Dunque il libro del generale Vannacci deve essere criticato con gli argomenti e non certo censurato. Peraltro, sia detto per incidence, non è poi cosa molto difficile da fare criticare il libro del generale Vannacci con argomenti anche non difficili da affrontare. Censurare il libro di Vannacci è invece un gravissimo errore, un errore che oltretutto rischia di andare a beneficio del mediocre libro in questione, perché in effetti la censura è sbagliata sempre per due motivi, uno di ordine teorico e l’altro di ordine propriamente pratico.
Sul piano teorico la censura finisce sempre per potenziare il censurato, da che lascia intendere che non si sia in grado di confutarlo con le idee e dunque lo si debba mettere nelle condizioni di non potersi esprimere o di non poter far circolare la propria visione del mondo. Insomma, la censura finisce per essere un’arma che va contro il censurante più che contro il censurato. perché dimostra che il censurante, non essendo in grado di smontare con le idee il censurato, deve impedirgli di esprimerle.

Sul piano pratico, poi, la censura è sempre sbagliata da condannare, giacché mina alle fondamenta il principio stesso della società democratica. La società democratica si fonda sulla libertas philosophandi, vale a dire sulla libertà di dire liberamente tutto quel che si pensa, quando anche si tratti, questo è il punto, di idee sbagliate. Anche le idee sbagliate hanno il diritto di poter essere espresse nella società democratica, che anche in questo si differenzia dai regimi.
Ecco perché, in estrema sintesi, ritengo che il libro del generale Vannacci, che pure non condivido nelle sue idee di fondo e che anzi mi pare ampiamente criticabile, non abbia alcun motivo di essere censurato. Deve semmai essere criticato con la forza delle idee. Quando si ricorre alla censura è invece sempre una sconfitta per le idee.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro