Ieri parlavo della frase di Adam Smith. È una delle ragioni, questa frase, per la quale l’economia è così odiata da molti. Ricordo la frase, dice: “non è dalla benevolenza del birraio,
del macellaio o dal panettiere che noi traiamo quello di cui abbiamo bisogno, ma dal loro interesse” una roba normale. Da quando mi
occupo di economia umanistica, non passa giorno che non incontri qualcuno che trovi una contrapposizione tra la mia ricerca della centralità dell’uomo e le verità affermate da Smith.
Per quanto ciniche vi sembrano, e qualcun altro che vorrebbe che dal mondo economico si togliesse per esempio la moneta, considerata
causa di ogni male, e ci si rifugiasse tutti a fumare spinelli vestiti di fiori con una chitarra in riva al mare, tralasciando altri dettagli per
quanto ancora più piacevoli. Si vorrebbe, in tale visione dell’economia, che questa creasse magicamente la ricchezza per tutti. senza quel
fastidioso corollario chiamato analisi della concorrenza, competizione, prezzi, mercati e soprattutto denaro e calcolo del suo costo che in
economia è correlato al tempo.
Questa analisi della concorrenza è fondamentale nella pianificazione strategica e considera necessariamente l’analisi della crescita delle
quote di mercato questioni molto pragmatiche e lontane dagli interessi degli stakeholder. In questo pezzo che vi ho letto di un mio testo
critico sul tema degli SG di futura pubblicazione, io sto parlando di queste norme che arriveranno su tutto il mercato. Cambieranno il
modo di dare denaro delle banche.
Cambieranno i rapporti tra piccole e medie imprese e grandi imprese. Cambieranno la catena del valore nei gruppi. Cambieranno il rapporto tra imprese private e imprese pubbliche.
Insomma, sta per cambiare tutto il sistema economico in modo ideologico. Cioè si parla di ambiente di socialità con una visione ideologica
che parla degli stakeholder, portatori di interessi, quindi bisogna tenere conto degli interessi dei consumatori, dei verbi, dell’ambiente, della socialità, dei pari diritti, si mettono decine e decine di interessi e si dimentica il motivo per cui esistono le imprese: creare valore.
Se tu non crei valore, non lo puoi distribuire, e se tu metti tutta una serie di barriere e tutto il tempo degli imprenditori e del management
viene dedicato a fare scartoffie, pezzi di carta, stupidaggini, giustificazioni burocratiche, tu distruggi la capacità dell’uomo di creare valore. Metti talmente tante regole che toglie la libertà. Tu stai praticamente distruggendo la possibilità di creare il valore in economia.
Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi