Il calciomercato 2023 ha portato per le squadre di Serie A un’estate di grandi acquisti e cessioni remunerative. Una tendenza tipica delle ultime stagioni: non è più il tempo dei presidenti Paperoni, si fanno investimenti solo a fronte di grandi incassi. Ne è un esempio il Milan, mattatore del mercato grazie alla vendita a peso d’oro di Sandro Tonali al Newcastle, così come l’Inter, che dalla partenza di Onana, direzione Manchester United, ha ricavato il tesoretto per puntellare la squadra.
Più di ogni altra squadra, però, è stata l’Atalanta a investire: ceduto Hojlund per 75 milioni, assieme a Demiral, Boga, Pessina e Maehle, la cifra è stata interamente reinvestita per puntellare una squadra già competitiva. Tante occasioni a parametro zero, moltissimi i prestiti (c’è chi, come la Roma ci ha costruito una squadra, riportando in Italia Lukaku e Llorente) e poche le spese folli.
Nessun “botto” nel mercato dell’austerità: l’acquisto più oneroso è stato quello di Benjamin Pavard, passato dal Bayern all’Inter per ‘appena’ 30 milioni. Completano il podio due neoacquisti bergamaschi, El Bilal Touré e Gianluca Scamacca (28 e 25 milioni di euro), mentre il resto della top10 è a tinte rossonere: Pulisic, Chuckwueze, Musah, Reijnders, Loftus-Cheek e Okafor sono costati in tutto 109 milioni. Completa la classifica l’unico acquisto oneroso della Lazio, Valentin Castellanos, pagato 15 milioni dai biancocelesti per regalare a Sarri il tanto agognato vice-Immobile.
Guardando alle squadre che hanno speso di più, in testa alla classifica della Serie A c’è il Milan, a conferma dello strapotere sul mercato garantito dalla cessione di Tonali. Subito dopo il Napoli Campione d’Italia e la Juventus, mentre al quarto posto c’è la virtuosa Atalanta: nonostante i quasi 70 milioni spesi (dati Transfermarkt), gli orobici ne hanno incassati oltre 155, garantendosi plusvalenze per 87 milioni. Tra le big della Serie A, anche la Lazio è in attivo (11 milioni), mentre la Roma merita un discorso a parte. I giallorossi, dovendo fare di necessità virtù trovandosi costretti a operare tra le strette maglie del settlement agreement con la UEFA, hanno realizzato plusvalenze per 74,5 milioni. Al contempo, però, hanno abusato dei prestiti, facendo lievitare il monte ingaggi: questo ha costretto la società a escludere alcuni dei nuovi (Kristensen e Azmoun) dalla lista per le coppe europee.