4 giorni lavorativi invece dei classici 5? Ora diventa un’idea. Ed è venuta a Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.
Intervistata da fanpage, si è detta molto convinta della convinzione sempre più dilagante da qualche mese a questa parte di ridurre il tempo di lavoro. Un’idea della quale dichiara: “Il mio gradimento è alto”. E così l’amo è ufficialmente gettato, la posizione dem del pacchetto lavorativo è chiara. I benefici sostenuti da esperti vari sarebbero influenti sul benessere e sulla produttività: farebbe bene sia al dipendente che all’azienda. A sostegno della tesi, si parla di esperimenti in altri paesi, a partire dall’iniziativa presa in Islanda.
Riporta Ansa che “i risultati sono stati buoni, con le imprese che hanno registrato una maggior produttività e l’86% dei dipendenti che ha scelto i quattro giorni all’insegna del ‘meno stress'”.
Elly Schlein segue la stessa linea, ma aggiunge una spruzzata tipicamente New Left: “Riduce anche le emissioni e aiuta la parità di genere“. Insomma, a prima vista sembrerebbe un’idea più che convincente. D’altronde il sol pensiero di lavorare meno e guadagnare lo stesso, è anzi ovviamente convincente. Secondo Savino Balzano, sindacalista, ci sono alcuni dettagli da sottolineare.
L’idea in Italia ha senso?
“Chi si occupa di lavoro – spiega Balzano – sa che oltre la retribuzione tabellare, che se la andate a vedere, tutto sommato, è stata preservata nel Paese, c’è la retribuzione di fatto, che è costituita da tutta un’altra serie di voci.
Ci possono essere: il pagamento del lavoro straordinario, il pagamento delle viarie, il pagamento delle indennità, eccetera, che invece hanno avuto una battuta d’arresto che è drammatica. Quindi se noi ci limitiamo a ridurre la settimana lavorativa senza intervenire anche su questi istituti retributivi, in realtà di fatto andiamo ulteriormente ad impoverire la retribuzione netta mensile che i nostri lavoratori riceveranno. Di fatto, conseguentemente che cosa otterremo? Un ulteriore impoverimento del mondo del lavoro italiano.
E noi sappiamo che il nostro paese in questa fase storica soffre un arretramento delle retribuzioni che rispetto agli altri paesi europei è davvero una voragine“.