Se n’è andato nella giornata di ieri Giorgio Napolitano. Giusto il dolore per la sua scomparsa che condividiamo in toto. Quando una vita umana se ne va è sempre motivo di cordoglio e non ci si può esimere da questo giusto segno di rispetto e di dolore condiviso. Il giudizio politico tuttavia è altra cosa. e il giudizio politico, nel caso specifico di Giorgio Napolitano, non può che essere critico. Il governo Monti, ossia il commissariamento dell’Italia da parte dell’Unione Europea, passò da lui nel 2011. E da lui, considerato il fatto che era Presidente della Repubblica, passò anche in qualche modo la guerra di Libia, che resta ad oggi tra le pagine più buie della recente storia d’Italia.
Giorgio Napolitano aderì da giovane al gruppo universitario fascista di Napoli, per poi diventare nell’ultima fase della sua lunga vita europeista e atlantista convinto. Possiamo dire senza tema dismentita che Giorgio Napolitano, dati anche i suoi trascorsi nel Partito comunista italiano, figuri come uno dei tanti comunisti pentiti e divenuti rigorosamente sostenitori zelanti dell’ordine global capitalistico. In sostanza possiamo altresì argomentare circa il fatto che Giorgio Napolitano ha attraversato ogni stagione della politica italiana, dal fascismo al comunismo fino all’euroatlantismo.
La sua ultima fase, quella convintamente neoliberale, atlantista ed europeista, risulta particolarmente interessante non solo perché rappresenta, per così dire, l’approdo del suo iter biografico e politico, ma anche perché, da un certo punto di vista, resta paradigmatica di una intera generazione. la generazione che definiremo, bonariamente, quella dei pentiti della propria precedente adesione al comunismo, e poi divenuti, dopo il tornante decisivo del 1989, i più ferventi sostenitori del nuovo ordine mondiale liberal-capitalistico. In effetti è una schiera molto popolata quella di quanti hanno abdicato rispetto al proprio passato comunista per convertirsi alle ragioni del nemico storico del comunismo.
Quel nemico storico che ha vinto, o almeno provvisoriamente ha vinto, a Berlino 1989 e che per ironia della sorte e della storia ha trovato tra i più fedeli sostenitori proprio quelli che un tempo erano i suoi nemici. Ecco in sintesi qual è stato, a mio giudizio, l’iter biografico politico di Giorgio Napolitano ed è per questo motivo che, nel massimo rispetto per la vita umana e nel massimo cordoglio per la dipartita della giornata scorsa, ebbene, proprio in ragione del suo iter biografico politico, ci permettiamo di dare un giudizio politicamente critico verso la figura di Giorgio Napolitano.