In merito ad alcune puntate che io ho fatto recentemente sul tema ESG, cioè Environment, Social and Governance, un complesso di norme che sta entrando prepotentemente nel sistema delle piccole e medie imprese italiane (e grandi ovviamente) nel silenzio della stampa non specializzata e nella totale ignoranza del pubblico, ma anche del giornalismo genericamente detto, qualcuno dice “ma perché lei è contro le novità a prescindere?”. Io non è che sia contro le novità a prescindere: sono contro quelle cose che ci fanno del male.
Questo sistema di norme, infatti, vuole dettare un certo tipo di impostazione sull’ambiente, sulla gestione delle aziende e sulla società intorno alle aziende che dovrebbe essere oggetto, dal mio punto di vista, di un dibattito politico.
Questo dibattito politico vero non c’è stato.
C’è stato un approccio ideologico all’ambiente, alla società e al governo delle imprese dettato dalle grandi imprese, dalle grandi multinazionali, da alcune di loro. Tanto è vero che ci sono delle scuole di pensiero che dicono “sarebbe bello se le 100 aziende più grandi del mondo si riunissero da qualche parte -che so, a Dubai – per discutere il mondo del futuro“.
Ecco invece secondo me sarebbe brutto, perché quella cosa lì significa togliere la democrazia. Questo è il punto.
Se i 100 più importanti imprenditori del mondo, quelli che lo manovrano, e quindi sto parlando delle multinazionali che tutti potete ben immaginare, decidono di vedersi da qualche parte, per decidere il tipo di società nella quale io e voi dobbiamo vivere, decidendo il tipo d’ambiente, il tipo di società, il tipo di regole e via discorrendo, mi spiegate a cosa servono allora i parlamenti?
E difatti la democrazia viene esautorata di ogni potere. Tanto è vero che per esempio il Parlamento italiano dovrà semplicemente recepire queste indicazioni, queste regole, che vengono calate dall’Europa che a sua volta le prende da coloro che dettano queste regole.
Ecco, questo sistema quindi a me non piace. Perché va a creare dei grossi problemi al comparto delle piccole, medie e micro imprese che non hanno i soldi, la struttura, il personale e soprattutto il tempo per andare a fare tutte quelle norme burocratiche enormi che verranno chieste. E che in realtà, non lo dico chiaro, non serviranno a nulla. Perché non saranno un fattore differenziante tra le imprese.
Ma vanno a sostituire delle cose che dovrebbe fare la politica, che invece non viene ascoltata. E gli imprenditori che dovrebbero essere ascoltati non vengono ascoltati: vengono ascoltati quelli che vengono definiti “portatori di interesse”, cioè tutti gli altri tolto quelli che producono il reddito privato.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi