E’ il giorno della verità per Paul Pogba. Proprio oggi il centrocampista francese, trovato positivo al testosterone in un controllo antidoping dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, riceverà la risposta dalle controanalisi al laboratorio dell’Acqua Acetosa a Roma.
Su due campi di gioco si giocherebbe la partita in caso di una conferma di positività: quello delle contromosse della Juventus nei confronti del giocatore e il giudizio dell’organo di giustizia sportiva.
Dal canto suo, la società bianconera potrebbe avviare la manovra di rescissione del contratto. Pogba ha un accordo con la Juventus fino al 2026, che verrebbe troncato fruttando alle casse juventine circa 30 milioni di euro. Questo perché, contemporaneamente – sempre in caso di positività confermata – la parola passerebbe alla procura antidoping. E’ allora che scatterebbe probabilmente il deferimento con giudizio in primo grado davanti al Tribunale Nazionale Antidoping e appello al Tas di Losanna.
Ma i rischi?
Dipenderà dalla strategia degli avvocati. Se il mancato dolo dell’assunzione di sostanze proibite verrà accertato, la pena massima di 4 anni potrebbe essere dimezzata a 2.
La migliore delle ipotesi è quella del patteggiamento: se il giocatore ammetterà la colpevolezza ma non il dolo (dunque l’assunzione per errore) ci sarebbe un ulteriore anno di sconto. L’aspettativa più rosea per il francese è un anno di stop.