Il periodo di pandemia da Covid 19 e le limitazioni alla libertà che sono state imposte alla popolazione, hanno creato un precedente che coinvolge tanti aspetti del vivere umano. Si intrecciano temi che riguardano le libertà personali, il bene collettivo, la salute ma anche la sfera religiosa. Tutto dovrebbe partire però, secondo Diego Fusaro, da un principio ineluttabile: “Non c’è emergenza al mondo che possa mettere in mora i nostri diritti e le nostre libertà”.
Secondo il filosofo molti sono state le anomalie negli ultimi anni: “Molto spesso si è sbagliato, affrontando la questione del Coronavirus, ad esempio, discutendo in termini puramente medico-scientifici, se fosse più o meno letale il virus, se fossero più o meno benefici i vaccini, ma non era questo il punto. Il punto era che non era ammissibile la strategia politica messa in atto, cioè le limitazioni delle libertà, la compressione dei diritti e molti altri dispositivi che abbiamo conosciuto e che in una condizione di normalità mai sarebbero stati accettati e che invece grazie all’emergenza vengono imposti, accettati e magari anche invocati dalla popolazione stessa impaurita, disposta a subire letteralmente tutto pur di fare salva la nuda vita. L’uomo occidentale non crede più in nulla se non nella sopravvivenza del proprio corpo e in suo nome è disposto a rinunciare a tutto. Una prospettiva di questo tipo sarebbe stata impensabile nella civiltà cristiana o nella civiltà ellenica, dove vi erano dei valori immanenti o trascendenti, in ogni caso ideali, che venivano prima, in ogni caso, rispetto alla semplice sopravvivenza del proprio corpo. Non si spiegherebbe il martirio dei cristiani o il sacrificio delle Termopili, ad esempio, o anche in tempi più recenti il sacrificio di chi ha dato la vita anche per questo Paese, con la resistenza, con le guerre di indipendenza, con tanti elementi che oggi sarebbero propriamente incomprensibili dall’ordine dell’immaginazione contemporanea. Ma per il discorso contemporaneo la sola salvezza è la salute, cioè la sopravvivenza del proprio corpo biologico.
Una riflessione va fatta anche sul ruolo che la Chiesa cattolica, secondo Fusaro, non assolve più:Perfino la Chiesa di Roma si è piegata a questo dispositivo per cui per salvare la vita individuale si possono sospendere le cure dell’anima. C’era un articolo apparso su Vatican News, qualche tempo addietro che diceva testualmente: il vaccino ci dà la salvezza. Ora da un punto di vista teologico è curioso questo uso disinibito del concetto di salvezza applicato al corpo, da un punto di vista cristiano la salvezza non riguarda semplicemente la propria sopravvivenza, non riguarda la questione dell’anima, quindi abbinare la parola salvezza al vaccino ci restituisce per un verso naturalmente l’idea generale di una teologia medica, di una teologia medico scientifica che è imperversa. Ci dice come la Chiesa di Roma si sia convertita a questa religione della scienza, che peraltro non vuole più saperne della Chiesa e della trascendenza e quindi si è consegnata in qualche modo a una scienza che non vuole saperne della religione. la fine del cristianesimo che proprio mette a tema questo processo di evaporazione del cristianesimo complice la Chiesa di Roma.