Quella tra Israele e Hamas è una guerra colma di tragedie.
Prima Hamas attacca le regioni del Sud del paese, prendendo in ostaggio circa 150 persone e causando innumerevoli vittime.
Poi la controffensiva ordinata da Netanyahu, che ha distrutto gran parte di Gaza City e prodotto morti e feriti in grande quantità.
Un giallo però ha catturato l’attenzione di tutti i media internazionali. Anche quelli italiani si sono scagliati sul mistero dei 40 bambini decapitati dai terroristi palestinesi. Tuttavia, la notizia diffusa da I24, media israeliano, non ha trovato totali conferme sulla sua veridicità. In primis, Anadolu, agenzia turca, lo ha chiesto qualche giorno fa al portavoce dell’IDF (le forze di difesa israeliane), il quale ha però negato di avere conferme certe.
Altri ne riportano invece la certezza, ma mai viene interamente condivisa.
Nonostante non ci fossero conferme, i giornali italiani hanno comunque scelto di riportare la notizia circolante sul web.
Una mossa azzeccata? Sulla veridicità della news, molti hanno già ritrattato. Una mossa con fini ben precisi?
Secondo Savino Balzano, saggista e sindacalista, esiste questa possibilità.
“Farebbe molta differenza una situazione in cui l’orrore venisse utilizzato per imporre una visione delle cose, laddove l’orrore venisse utilizzato in qualche modo per persuadere il dibattito pubblico e l’opinione pubblica rispetto alla necessità di dover assumere determinate misure“. Una narrazione, quella del conflitto israelo-palestinese, che sembra schierarsi fin troppo a favore di una o dell’altra. In particolare, Balzano critica quei media che tendono ad evidenziare maggiormente le notizie sulle vittime israeliane, a discapito invece degli stessi orrori che accadono a Gaza.
“In un territorio che è grande più o meno un terzo di Roma, ci sono due milioni e mezzo di persone, con una densità di popolazione che doppia rispetto alle parti più popolose di Napoli. Su questo territorio si sta bombardando con delle armi al fosforo.
Perché poi il problema è questo: l’orrore chiama orrore. Ma l’orrore è orrore sempre, a prescindere da chi lo muova.
E l’informazione ha il dovere di raccontare tutto l’orrore, non solo una parte di questo“.
Narrazione mediatica che trova riscontro, di conseguenza, sulla visione del popolo. Anche qui, quello che pare defilarsi è uno scontro in cui prendere parte di una fazione o di un’altra. Fatto che infastidisce non poco Balzano. “Non possiamo accettare questa intollerabile e soffocante esemplificazione nella narrazione dei fatti“. Semplificazioni sulle analisi se ne fanno sulla guerra in Ucraina, così come su quella d’Israele. Specificamente, qualcuno ritiene di evidenziare come la causa dello scoppio dei conflitti risieda sull’odio dei popoli.
“Provo grande imbarazzo – commenta il saggista – Ma che razza di narrazione è questa?“