Il conflitto tra Israele e Palestina è sempre più crudo e acceso, con morti da tutte e due le parti. Il teatro di guerra della Striscia di Gaza e le parti coinvolte danno spazio alla formazione di facili fazioni, di comodo. Le alleanze internazionali sono predominanti rispetto alla realtà dei fatti, la giornalista Tiziana Alterio non ci sta di nuovo alla alimentazione di fazioni: “Questo è un conflitto antico, ovviamente, che si acuisce in determinati momenti della storia, siamo entrati di nuovo nella guerra di propaganda e fa gioco alimentare le due fazioni contrapposte, vaccinati o non vaccinati, contro Putin, a favore di Putin, è la semplificazione di qualcosa di molto più complesso. La storia poi in genere la scrivono i vincitori e quindi il mainstream ha il potere di poter raccontare la sua versione delle storie che stiamo vivendo. L’ultimo conflitto è all’interno di qualcosa di più grande. Noi stiamo vivendo davvero il collasso di un sistema, di un modo di pensare, di un modo di fare economia e quindi siamo davvero nel bel mezzo di un guado tra il prima e il dopo“.
Un prima e un dopo che hanno una chiave ben precisa, il fallimento di un sistema di potere secondo la giornalista che spiega: “Quasi come se stessimo vivendo il collasso di un impero e quindi anche questi conflitti sono, secondo me, vanno letti all’interno di una storia molto più grande che non è localizzata in quel territorio ma insomma c’è molto altro dietro“.
La storia la vincono i vincitori, frase celebre che viene ripetuta soprattutto quando ci si ritrova all’interno di narrazioni di guerra, ma secondo Fabio Duranti oggi siamo in una situazione diversa: “La storia oggi non la scrivono neanche i vincitori, la scrivono gli sceneggiatori, perché la storia viene scritta prima e poi viene messa in pratica, visto che poi si può governare il comportamento delle folle tramite i media, tramite questi sistemi che ormai sono entrati dentro di noi, perché tutti abbiamo in tasca un oggetto che in realtà riteniamo possa essere di nostra utilità, mentre invece poi ci accorgiamo che serve a qualcun altro a tracciarci, a controllarci, a darci delle informazioni sostanzialmente a guidarci, una sorta di guinzaglio elettronico che fa capo ad un unico padrone“.