Il mercato obbligazionario sta vivendo un periodo di ribasso record che dura da oltre 800 giorni, superando così la crisi finanziaria del 2007-2009. Fino a qualche tempo fa si pensava che i debiti, cioè i titoli di debito, i cosiddetti bond, avessero raggiunto il loro minimo nel 2022. Ma recentemente sono ripartite le vendite globali, hanno portato i prezzi dell’obbligazione a nuovi minimi storici e gli operatori sono preoccupati per l’eventualità che i tassi di interesse possano salire ulteriormente e causare problemi, dato che i titoli di Stato americani sono utilizzati molto spesso come collaterale. Cos’è un collaterale? È sostanzialmente un titolo che viene messo a supporto di un’altra operazione finanziaria.
Anche i bond a lunga scadenza, come ad esempio il bond austriaco a 100 anni, hanno subito delle perdite significative. Il presidente della Federal Reserve, che come sapete è la banca centrale americana, Jerome Powell, ha annunciato che i tassi di interesse resteranno alti a lungo termine e quindi è ragionevole aspettarsi un aumento del tasso neutrale. E queste dichiarazioni hanno spinto gli investitori ad aumentare i rendimenti anche nella parte lunga della curva. In questo modo i tassi con i costi così elevati sui tassi di interesse stanno mettendo a dura prova l’economia. Perché? Perché i debitori dovranno rifinanziarsi e si prevede che il prossimo anno, nel 2024, un grosso numero di società europee dovrà rinnovare dei prestiti o dei bond a tassi che probabilmente saranno intorno al 5%.
Se un quarto delle società europee deve rifinanziarsi a costi maggiori questo è un problema: è un problema per le imprese ma è anche un problema per le famiglie. Perché le famiglie dovranno nel 2024 stipulare di nuovo dei mutui a tassi più elevati quindi diciamo che molti nodi verranno al pettine e l’inflazione forse sarà sconfitta, ma a quale prezzo? Ormai viviamo in un’economia fatta solo di finanza. E il problema è che a me tocca parlarvi spesso di finanza, come vedete, in questo caso degli errori della Banca Centrale Europea. Il vero problema drammatico è che il mondo politico non capisce che dobbiamo smetterla di curare gli interessi della finanza e dobbiamo iniziare di nuovo a concentrare l’attenzione dello Stato e delle istituzioni sulla protezione delle piccole e medie imprese, perché sono quelle che in Italia compongono le famiglie delle imprese che danno lavoro a famiglie di lavoratori.