Quando il risultato è così eclatante, diventa quasi inelegante ricordare i particolari che hanno portato a determinarlo: quattro squadre della stessa nazione finaliste delle due coppe continentali: chapeau, scusate se usiamo il francese. Però episodi e casualità hanno fatto parte del tracciato, quindi non è lesa Maestà (con la maiuscola perché facciamo i complimenti anche a Elisabetta) se ricordiamo che, per esempio, Liverpool e Tottenham sono passate attraverso una qualificazione stentata nei gironi; oppure che se il recupero ad Amsterdam fosse durato quattro minuti ora staremmo parlando più che altro dei ragazzini di Ten Hag finalisti di Champions; o, ancora, che se la scelta dei rigoristi dell’Eintracht fosse stata meno responsabilizzante, adesso Sarri starebbe di nuovo guardando verso lo Stivale…basta così, i lettori hanno capito il senso.
Il discorso è un altro: il fatto è che, mai come in questo caso, l’acqua va al mare e gli inglesi di mare se ne intendono, sia per le conquiste che per le importazioni, così ci risulta da qualche secolo. Non è tanto il modello inglese che si impone, quindi; sono gli inglesi che sono maestri a prendersi il meglio del mondo che c’è oltremanica e a valorizzarlo nella loro insostituibile cornice, a cominciare dai loro stadi meravigliosi, che per quello che offrono costano in proporzione meno dei nostri e dove pure un Chievo – Udinese (oggi vogliamo essere porno) risulterebbe affascinante. E poi i soldi, moltiplicati con la stessa logica “coloniale” di quando c’era la Compagnia delle Indie: diritti televisivi ben distribuiti a beneficio dello spettacolo e della competitività diffusa, sponsor attirati come vespe verso un vaso di miele, cultura calcistica locale non smarrita ma impreziosita con innesti che, ovviamente grazie ai soldi, sono il meglio del football globale.
Come hanno fatto? Hanno valorizzato il meglio che avevano in casa, a cominciare dalla cultura calcistica, per la rinascita degli anni novanta. Poi hanno programmato i guadagni, quindi hanno reinvestito. Il tutto, al netto dei delinquenti: i loro sono i peggiori e sono ancora tantissimi, ma gli spalti sono stati bonificati.
Se hanno anche fortuna, se la sono meritata perché l’hanno cercata in ogni modo. Dio salvi la Regina? No, salvi noi dalla Regina.
Paolo Marcacci