Crisi mediorentale: ancora una volta a pagare il riassestamento dell’ordine globale sono i civili

Non sembra ridursi la crisi tra Israele e Palestina, anzi, entrano in gioco altre potenze. Il Corriere della Sera e Repubblica oggi titolano similmente riferendosi a Teheran. Uno cita ‘Israele avverte l’Iran’ su una possibile controffensiva e l’altro pubblica chiaramente ‘La minaccia di Teheran’.
Nel frattempo Gaza è allo stremo e, attorno, il Pentagono rafforza la potenza militare e il Papa chiama Biden chiedendo di evitare un’escalation. Si cerca una via di pace.

Assieme a Francesco Borgonovo interviene in diretta Savino Balzano, analizzando nel dettaglio la crisi mediorientale.
L’informazione sta diventando ormai binaria, se muovi critiche verso Israele, automaticamente vieni descritto come un seguace di Hamas e viceversa. Sta accadendo ciò che è già avvenuto riguardo la guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina, dove nel momento in cui muovevi qualsiasi dubbio diventavi putiniano, idem durante la crisi sanitaria ogni qualvolta muovevi una critica rispetto alla gestione della parentesi emergenziale diventavi un terrapiattista, complottista e novax.
La cosa importante invece è considerare il fatto che ad oggi siamo quasi a 5.000 morti dall’inizio delle operazioni militari mediorientali.
Se pensiamo al fatto che il 40% della popolazione di Gaza ha meno di 12 anni dobbiamo renderci conto che ci troviamo di fronte a un genocidio e questo nulla ha a che vedere in un ipotesi di fiancheggiamento ad Hamas. Come è giusto sottolineare che quello che hanno fatto certi terroristi ai civili israeliani è vomitevole e criminale.

Il rischio di aggravamento della situazione va considerato concreto: se dovessero intervenire Libano e Iran significherebbe un coinvolgimento di Cina e Russia e, di riflesso, degli Stati Uniti. Alla fine di tutto questo se ne uscirà con due popoli, due stati? Non credo proprio. Se ne uscirà con un miglioramento della situazione, dei rapporti? Assolutamente no. Quindi, ancora una volta, sarà gestita una crisi internazionale sulla pelle dei palestinesi e su civili israeliani.