Lo scatto ▷ Milan, la dura legge del gol (altrui)

Il Milan migliore, quando era troppo tardi, o quando alla veemenza non corrispondeva più la lucidità, se preferite. Sta di fatto che in un finale di cuore e, bisogna dirlo, caratterizzato anche da una certa autorevolezza, come hanno dimostrato i fischi “rispettosi” dei tifosi parigini, i rossoneri avrebbero meritato di dimezzare lo svantaggio, pur se a ogni squillo di Mbappé corrisponde un pericolo reale, come al minuto 81, quando su un break del PSG il numero sette dei transalpini viene fermato da un prodigioso intervento di Maignan. Arriva invece il terzo gol di Lee Kang – in, che rende decisamente sproporzionato e troppo severo il risultato.

Note a margine: esemplare Giroud nel non arrendersi che al fischio finale, “avventuroso” Thiaw nella prima parte, Efficace Leão ma spesso anche troppo solo nell’imbastire la manovra offensiva.

In Champions, riavvolgendo il nastro degli eventi per ripartire dal fischio iniziale di Vincic, la differenza la fanno gli episodi e gli episodi li caratterizzano quasi sempre i fuoriclasse: dopo il primo terzo di gara e quindi oltre la mezz’ora nel corso del primo tempo, l’equilibrio lo forza il gol proprio di Mbappé, che riceve palla da Zaire – Emery e batte Maignan dopo una finta inesorabile. Il raddoppio porta la firma di Kolo Muani, in un’altra fase in cui i rossoneri stavano cercando di forzare l’equilibrio a loro vantaggio.