Ve lo ricordate Roberto Fico? Il grillino arcobalenico, propugnatore di una prospettiva radicalmente prossima a quella delle sinistre fucsia dell’arcobaleno, dimentiche di Marx e di Gramsci, delle classi lavoratrice del popolo e vicine unicamente alle ragioni dei mercati, presentati in forma arcobalenica, ossia nella forma dei diritti civili, ovvero dei capricci di consumo per certi ambienti. Ebbene, proprio lui, Roberto Fico, è recentemente intervenuto in un’intervista radio nella trasmissione condotta da Marcello Foa sulla RAI.
Del suo intervento colpisce principalmente un passaggio, un passaggio nel quale Roberto Fico dà una dura sferzata a molti ex grillini, in primis di Maio e di Battista, e sostiene tra le altre cose di non avere alcuna relazione più con loro. Non si sentono più, hanno troncato ogni rapporto. Con una nemmeno troppo velata, e mi permetto di dire, nemmeno troppo elegante autocelebrazione, Roberto Fico spiega nella trasmissione condotta da FOA di essere sempre rimasto al suo posto, sul ponte della nave, coerente al progetto del Movimento 5 Stelle, a differenza di molti altri che, come usa dire, hanno scelto di abbandonare la nave.
Insomma, l’arcobalenico Roberto Fico mena vanto apertamente di essere coerente, a dispetto di molti che, a suo giudizio, non lo sarebbero e avrebbero dunque scelto di tradire il Movimento 5 Stelle. Sarebbe allora davvero interessante far notare placidamente a Roberto Fico che vi sono casi in cui, paradossalmente, rimanere coerenti diventa sintomo di incoerenza. In particolare, rimanere coerenti a un progetto come quello del Movimento 5 Stelle, che è divenuto incoerente rispetto ai propri principi originari, sembra potersi intendere a tutti gli effetti come un segno di incoerenza.
Senza entrare nel dettaglio, il Movimento 5 Stelle è gradualmente divenuto ciò che un tempo combatteva. Era contro la casta, ora la supporta in senso pieno. Era contro l’Unione Europea, ora la difende a spada tratta.
Negava ogni possibile relazione con il Partito Democratico, assunto come il male sulla terra, e ora è quasi sempre al suo fianco. Insomma, il Movimento 5 Stelle ha subito una vera e propria metamorfosi kafkiana. Una metamorfosi kafkiana che l’ha portato in ultimo a essere non genericamente diverso da ciò che era, ma direttamente l’opposto di quel che aveva sempre detto di essere.
Variando una nota espressione di Nietzsche, mi piace sempre ricordare come il Movimento 5 Stelle sia divenuto ciò che combatteva. La domanda da porre allora a Roberto Fico mi pare possa così cristallizzarsi. Se il progetto a cui si è aderito cambia e si fa l’opposto di ciò che era, vera coerenza è adattarsi a ogni costo o abbandonarlo per rimanere magari fedeli alle idee iniziali tradite nel frattempo da quel progetto? O ancora, se preferite, vera coerenza è seguire le idee allontanandosi da un progetto che le ha tradite, o rimanere comunque legati a quel progetto qualunque cosa accada anche quando esso tradisca le idee fondative? E’ una domanda in effetti non di secondaria importanza, che se presa sul serio può portare davvero a ribaltare la posizione di Roberto Fico e di fatto riconoscere che vera coerenza oggi sarebbe abbandonare il Movimento 5 Stelle proprio perché esso ha abbandonato le proprie idee fondative.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro